sabato, marzo 05, 2005

Hey, tu che te ne intendi...

“Hey, tu che te ne intendi...” - “Chi io?” - “Si, tu” - “Eh, ma io non me ne intendo proprio di niente!” - “Va là, spiritoso! Lo ho letto sul giornale che tu sei il GENIO del computer” - “Si sbaglia...” - “Non sei Roberto Capodieci, l’esperto informatico?” - “Sì, ok, sono io. Che le serve?” - “Eh, tu che te ne intendi di computer e quelle cose lì, vieni a casa mia a regolare l’orologio del videoregistratore? Continua a lampeggiare e la cosa è seccante!” - “Ah, la cosa è seccante? Aspetti che le spiego io cosa è UNA COSA FASTIDIOSA:

Innanzitutto il fatto che io sappia programmare computer non vuol dire assolutamente che io sappia programmare un videoregistratore. E’ come chiedere ad un cuoco, visto che si intende di cucina, di guarire un coniglio malato. Cosa c’entra? O forse, per fare un esempio che “calza” di più, è come chiedere ad un calzolaio, che aggiusta tacchi e suole alle scarpe, di regolare gli attacchi dei vostri sci. Magari lo sa anche fare, ma sarebbe una pura coincidenza. Io so sistemare l’orologio a quasi tutti i videoregistratori, non perché io sia un genio informatico, ma per il semplice motivo che so leggere i libretti delle istruzioni, cosa che forse chi fa quelle domande non sa fare. Comunque sia, ormai il danno è fatto. Io sono “quello del computer”, e quindi, “quello che se ne intende di cose elettroniche”. Mi sembra quasi di girare con un’insegna sopra la testa. Se questa cosa mi servisse a trovare dei lavori interessanti e stimolanti, sarei più tollerante. Purtroppo le cose non stanno così. Per un bravo programmatore essere continuamente cercato per stupidi e futili motivi (ai miei occhi), è un dramma. Quando poi si è gentili e non si sa dire di no, è una tragedia. La gente mi vuole bene, e mi pensa spesso. Il problema è che la connessione mentale che fa venire fuori il mio nome è quella del problema-soluzione, quando si tratta di cose tenute in vita con la corrente elettrica. Spessissimo, anche se sono dal lato opposto del mondo rispetto a chi mi cerca, ricevo SMS, telefonate ed e-mail con richieste di aiuto. Cominciano tutte con “Ciao, come va, cosa fai di bello, che piacere sentirti... AH, GIA’ CHE CI SEI... AVREI UN PROBLEMA CON IL COMPUTER...” - “Dimmi” rispondo io, quando dovrei prontamente rispondere “Ah, fzzzffzz ggzzgzz ...egnale disturbat... gffzgg zzffgg ...razie di avermi chiamat... gffzffzg gzzgffzzf - CLICK!” ed illudermi di aver veramente, per una volta, ricevuto una telefonata da una persona a cui tengo, solo per sapere come sto. Basta. Senza nessun “già che ci sei” od un “tra l’altro il mio computer non va e...”. Preferisco gli onesti che da subito dicono “Ciao, ti chiamo perché ho un problema con il computer, non si spegne più. Che devo fare?” (“stacca la spina”) e che altre volte mi chiamano SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per chiedere come sto. Le cose sono peggiorate quando, un anno e mezzo fa, ho deciso di cambiare tipo di lavoro. Di staccarmi dall’informatica per fare qualcosa di diverso, visto che ho molte altre qualità, oltre a quella di conoscere i computer. Da quando l’informatica mi ha nauseato per svariate ragioni, dopo aver passato ogni giorno diverse ore davanti al PC fin da quando avevo 6 anni, ora ho uno stranissimo rapporto con monitor e tastiera. E’ un anno e mezzo che vorrei non aver più nulla a che fare con il computer e l’elettronica, ma ci ricado sempre come uno sciocco. Certo, conoscere i computer mi fa guadagnare qualche soldo per sopravvivere, ma vorrei fosse solo un hobby. Ogni tanto faccio, per me o per degli amici, programmi che mi stupiscono per la bellezza con cui è scritto il codice, ma spesso e volentieri andrei piuttosto a potare siepi con le unghie o lisciare rotaie del treno con un ferro da stiro. Per dire. Quindi ho cominciato a cercare di fare qualche altro tipo di lavoro. Cuoco, cameriere, giornalista, assistente a quelchessia. Ma ci ricado e vengo “usato” sempre per fare qualcosa che ha a vedere con il computer, tipo creare il sito internet, fare il programma che gestisce le pratiche, etc, senza mai venire pagato quanto QUEL TIPO di lavoro viene solitamente pagato. Ultima della lista è l’esperienza del 2005: ho provato a dare un aiuto ad amici che lavorano nell’ambito dell’arte. Non avevo la pretesa di ricevere retribuzione, volevo apprendere e mettere a frutto le mie capacità per riuscire a promuovere l’artista all’estero. Ovviamente per fare questo era necessario fare anche un bel sito internet. Per risparmiare e non spendere soldi mi sono messo a farlo io. Finito il sito mi è stato detto: “Ora che il sito è finito non serve più che vieni”. Certo. A che servivo altrimenti? E’ una condanna! E non posso mentire, e far finta che di computer non ne capisco niente. Non perché la mia reputazione mi preceda, ma in quanto non so mentire! Quindi senza soldi e senza lavoro non mi è rimasto che rimettermi a programmare cose interessanti e stimolanti, pagato quanto ritengo che sia giusto. Ma è una condanna! Conosco diverse lingue, so trattare con la gente, sono disponibile a viaggiare e vivere all’estero... possibile che non possa fare qualche altro tipo di lavoro? Penso di aver già dato all’informatica quanto basti. Potrei fare conferenze, scrivere articoli, fare consulenze - di informatica - ma basta programmare o spiegare alla gente che se il computer non si spegne più devono fare questo e quello, che se hanno perso dati devono provare a fare così e cosà, che se il loro computer non si collega ad internet le ragioni possono essere milioni e se io sono al cellulare in spiaggia in Indonesia e loro sono nel loro ufficio negli Stati Uniti, non ho l’effettiva possibilità di aiutarli. Se qualcuno di voi ha un lavoro dove l’oggetto principale NON sia programmare computer o risolvere problemi informatici, mi scriva. Io sono disposto ad andare a vivere ovunque e fare pressoché qualsiasi tipo di lavoro, ma basta computer!!!!!!!!!!!

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