martedì, agosto 24, 2004

20 più 30 non fa sempre 50

Quando, a vent’anni, vedevo ragazzi trentenni assieme a delle mie coetanee… m’innervosivo tantissimo. Non solo, più mi chiedevo perché questi pseudo pedofili non se ne andassero con tipe della loro età, meno riuscivo a capire dove potessero trovare un briciolo di etica nello scegliere di intraprendere una relazione di quel tipo. Perché farlo? Le esperienze fatte a 20 ed a 30 anni non sono le stesse… Quindi, mi chiedevo, perché mettersi con qualcuno che ha 10 anni di esperienza in più o in meno di te stesso? Il perché lo facessero le ragazze mi era chiaro (la storia che maturassero prima dei ragazzi non me la ero bevuta), e le giustificavo in quanto capivo come fossero attratte dal fascino di un uomo più “maturo”, ma era proprio per questa presunta maturità che speravo in una forma di rispetto da parte dell’uomo, il quale, gentilmente, avrebbe dovuto eludere ogni possibile situazione che sfociasse in quella che poi diventa spesso una tragica relazione, soprattutto per la ragazza. I ragazzi erano, secondo il mio punto di vista, solo dei perversi maiali, che vedevano carne fresca bella disponibile e non sapevano tirarsi indietro. E forse non ho avuto tutti i torti, in molti casi, quando ho pensato questo. Con il tempo, crescendo e conoscendo meglio le “povere innocenti ragazzine ventenni”, ho anche pensato che le vere vittime, tra i due, non fossero loro, bensì questi presunti “uomini” trentenni. Beh, anche in questo caso non mi sbagliavo. Spesso, infatti, è proprio così. E ci sono relazioni dove troppo spesso viziatissime donzelle ventenni escono dalla relazione semplicemente sbuffando e salendo sulla Mercedes della loro prossima vittima, mentre patetici ometti trentenni ne escono in lacrime col moccolone al naso, e vanno di corsa a farsi consolare e coccolare dalla loro mamma. Comunque fosse, avevo giurato a me stesso che io mai, a trent’anni, sarei stato con una ventenne. All’epoca avevo sempre avuto ragazze coetanee, o quasi, e vedere questa disparità d’età non mi dava pace. Non capivo il perché un trentenne dovesse scegliere una ragazza di vent’anni come sua compagna, invece che una sua coetanea. Per trovare una risposta avevo analizzato le ragazzine ventenni, avevo analizzato i ragazzi trentenni, ma non avevo preso in considerazione un valore fondamentale: non avevo analizzato le ragazze trentenni!!!
Ecco forse una delle ragioni per le quali un ragazzo di trent’anni, PIUTTOSTO CHE con una coetanea accetta di stare con qualcuno che ancora non ha visto com’è fatta la vita. Beh, ora che ho trent’anni posso affermare che anche questa motivazione è parzialmente vera, ci sono, infatti, certe mie coetanee che fanno proprio venire voglia di andare a fare l’eremita in cima all’Himaiàla (un monte di mia invenzione), se il prezzo di avere una relazione sentimentale è stare con qualcuno come loro. Quindi, bene o male, potevo capire anche il perché un trentenne potesse scegliere una ragazza assai più giovane di lui, e perché una ragazza ventenne scegliesse un ragazzo più vecchio di lei. Il problema è che nessuno di questi comportamenti, secondo me, era scaturito da motivazioni mature ed intelligenti, e quindi non poteva portare a nulla di buono. Solo ora, a 30 anni compiuti, ho capito che una relazione tra un trentenne ed una ventenne è possibile, ed ho anche capito il perché. Sia chiaro che sono fissato su trentenni e ventenni per due, anzi tre, motivi: 1) tra i venti ed i trent’anni c’è un gap di esperienze ed una differenza molto più accentuata che, per esempio, tra i 40 ed i 50 anni; 2) io ho 30 anni quindi la cosa mi riguarda; 3) la mia ragazza ne ha 20 quindi la cosa mi riguarda…. NaaAhh!!!! Scherzetto!!! Hehehe quasi ci siete cascati! No, il terzo motivo è che ho compreso la chiave di lettura di questo dilemma che mi affliggeva, e la esporrò qui, sia per illuminare qualcuno che si trovasse oggi nella mia situazione di 10 anni fa, sia per cascare in piedi e giustificarmi in anticipo, visto che di ragazze ventenni ne frequento diverse, ma, hey, nessuna è “la mia ragazza”, sia chiaro!

La prima cosa che non avevo preso in considerazione è come cambia il significato dato ai concetti di “relazione” o “rapporto sentimentale” con il cambiare dell’età. A seconda che si abbiano venti o trent’anni, a seconda che si sia uomo o donna. Sono quattro punti di vista completamente diversi. Quindi, quello che io intendevo come un rapporto sentimentale tra una mia coetanea ed un trentenne, il trentenne poteva assolutamente non intenderlo come tale, e figurarsi la ragazza chissà invece cosa pensava… Poi c’è il fattore esperienze che influisce.
Influisce non sempre positivamente, purtroppo. Quindi non averne fatte, certe volte, è un vantaggio. Per quello è più facile andare d’accordo con una ragazza di vent’anni che con una di trenta, molte volte. Un altro fattore interessante è che nella maggior parte dei casi un trentenne ha praticamente in mano il “remote control” di una ventenne, ha cioè la capacità, sapendo cosa dire e quando dirlo, di tenere sotto controllo la ragazza, facendola felice con più facilità sopratutto per le semplici pretese di lei. Questa facilità nel gestire una persona più giovane è, infatti, la prima cosa che mi faceva arrabbiare quando da ventenne vedevo queste mie coetanee incantate ed imbambolate per un ragazzo più grande, e per questo avrei desiderato etica da parte di questi “uomini” di 30 anni (perché così vedevo io un trentenne quando avevo vent’anni). Non avevo capito che c’era anche chi aveva etica. Qualcuno si approfitta della situazione, altri agiscono in buona fede, a vantaggio della coppia. Poi non è detto che non ci sia dialogo: una ventenne può essere intelligentissima, sveglia, brillante, ed essere quindi la persona con la quale avere le più interessanti conversazioni, fare le cose più divertenti, non annoiarsi mai, ma continuerà ad essere ammaliabile con molta più facilità di una ragazza più matura. Quindi se gestita con intelligentemente, una relazione tra due persone con la testa sulle spalle, di 20 e trent’anni, ha molte più probabilità di riuscita, forse, di una tra due coetanei trentenni (come funzionino le cose a 40 anni non lo so!). Quella che ipotizzo è una situazione ideale, ma assolutamente non improbabile. Ci sono inoltre tutte le questioni relative ai tempi che stringono, che una trentenne sente ed una ventenne non sente, riuscendo quindi ad essere più spensierata. Ci sono innumerevoli altre ragioni che favoriscono, haimè, una giovane ragazza, non solo il fatto risaputo che… una ragazza più giovane è comunque più interessante. Sia chiaro che tutto quello che ho scritto non vuole togliere nulla alle mie attuali coetanee, che continuo a desiderare per prime, se solo fossero più… o, anzi, meno… non saprei… Se solo… ecco, se solo si ricordassero un po’ com’erano 10 anni fa!

(Poi, tra le mie coetanee, ci sono anche quelle che sono perfette, secondo me, e l’unico difetto che hanno è che io non gli interesso, vero Principessa???)

Ma io parlo da ragazzo per bene, con sani princìpi, niente droga, niente vizi strani, niente abitudini sballate, discoteca va bene, ma con moderazione, alcol con moderazione, molta moderazione, per me il divertimento è nelle cose semplici, sapete, quelle cose all’antica. Allora qui si aggiunge una componente alla figura della ventenne di cui sopra, per renderla perfetta. Bisogna sempre tenere conto che scrivo da un punto di vista di vita negli USA, che non sempre corrisponde alla cultura italiana, ma cercherò di spiegarmi, anche se credo che tutto il mondo è paese sotto molti aspetti. Una delle grosse qualità che si acquisiscono crescendo è la moderazione, congiunta alla maturazione e alla capacità di apprezzamento delle cose semplici e più basilari. In parole semplici si è meno viziati. Questo vale in USA molto di più che in Italia. Qui il ruolo delle famiglie per come lo concepiamo noi italiani, nella vita di un ragazzo, viene a mancare a 18 anni, mentre in Italia rimaniamo, per tradizione, attaccati con il cordone ombelicale ai genitori fino a che morte non ci separi. Mi spiego meglio: le preoccupazioni di una ventenne media, in Italia, sono che vestiti indossare, fare la patente se non la ha ancora fatta, e a che discoteca aggregarsi il seguente week-end, forse lavorare, ma per dare una mano in casa. Droga, alcool e rifugi in musica e altri pianeti paralleli sono, per molti, il conseguente contorno. La ventenne media americana non si discosta eccessivamente, con la differenza che vive da sola o con qualche roomate (coinquilino/a), lavora quanto le basta per pagarsi da vivere (qui in america si può), la patente la ha da quando ha 15 anni, alcol e droghe sono diffuse come in italia, con la differenza che qui si portano in casa, visto che non si vive con i genitori. Le conseguenze sono facili da immaginare. Attenzione, non è che non esistano le “brave ragazze” o i “bravi ragazzi”, come ci sono in italia ci sono anche qui, sto dando un’idea della media, e poi, onestamente, quelli sono proprio quelli che vengono definiti i bravi ragazzi, perché restano sempre puliti come immagine verso fuori, per “gli altri”. I cattivi ragazzi sono quelli che partecipano alle gangs, i teppisti, i “tossici” o le poco di buono, quelli di cui “pubblicamente si sa”. Sappiamo tutti che è così, e intanto io sto sulle scatole a diversa gente, in quanto “puritano”. Ma torniamo allo speciale valore aggiunto che rende una donzella… la ragazza “perfetta”.
Dirò una cosa controversa, per molti, ma sono giunto da tempo a questa conclusione, e non da solo: condividono questa idea con me TUTTI gli amici con cui ho avuto modo di parlarne, qui in USA, amici quindi che non frequentano discoteche, che sanno divertirsi stando a casa e guardando un film, che sanno apprezzare una serata in compagnia a gicare in salotto, piuttosto che dover per forza andare in locali fumosi, costosi e rumorosi… solo perché sono “in”. Ci si chiede dove si possa trovare una ragazza che condivida questi valori, che sappia gioire così della vita… Una ragazza che sia matura a sufficienza da non essere viziata, che sia fresca mentalmente da non vivere su un albero di paranoie, che sia sincera da saper amare col cuore e non per interesse… Ci vuole una ragazza che abbia vissuto un’esperienza che la abbia fatta cambiare, maturare, non che la abbia fatta solo riflettere. Un incidente di percorso che le abbia cambiato la vita. Cosa può far responsabilizzare una ragazza se non un figlio? Quindi tutti a caccia di una mammina single. Sono infatti proprio i ragazzi per bene, con principi sani e giusti, con la capacità di sapersi godere le cose semplici, che scelgono di stare con chi è l’espressione d’amore assoluto, una mamma con un bimbo, che, se è intelligente e matura, volente o nolente non può andare in giro per locali ogni sera e tantomeno può drogarsi o ubriacarsi. Dico “se è matura e intelligente”, giacché non sono pochi i casi di mamme che invece lo fanno. Per concludere, penso che sia pazzesco, ma in una società civilizzata, per avere una ragazza che non sia eccessivamente frustrata, che non sia una snob facilona, che non sia quotidianamente attaccata ad alcol o droga (se in Italia si storce il naso per la parola droga, ma non per la parola alcol, qui in usa è quasi la rovescia), che non sia totalmente superficiale, insomma, una ragazza che sia semplice, ma intelligente, che sappia apprezzare le cose semplici, che abbia valori puri, che sappia amare col cuore… non resta che una ventenne, mamma. Per favore, qualcuno me lo spieghi come mai ero incazzato con i trentenni dieci anni fa!!!! E come mai oggi, a trent’anni, arrivo a fare dei ragionamenti così contorti pur di spiegare a me stesso come mai non riesco a farmi piacere una coetanea, o viceversa…

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao! Ti ringrazio per queste parole. Io sono abbastanza disperato, triste e depresso, ma, soprattutto, molto innamorato... di un ventenne! Io, trentenne, non faccio altro che pensare a questi dieci anni che ci separano, invece di godermi i momenti splendidi che abbiamo. Lui, ovviamente, ci tiene, spesso, a ribadire che questi dieci anni ci sono, e che un giorno saranno un problema, perché il suo decennio "dolce" lo vuol vivere. Ecco, è triste, è un "conto alla rovescia", la storia più bella della mia vita, forse l'ultima "così" bella, cose che non ho mai trovato in miei conetanei... Però le tue parole son state splendide, mi hanno aiutato, sapessi come mi sono riconosciuto in molte delle tue "paturnie contorte"! Ed è curioso, perchè i problemi, quando ci sono, sono legati all'italianite acuta dei ventenni milanesi, un pochino mammoni, viziati, ecc. Non che lui lo sia, però ciò che ha paura di perdere, è questo mondo fatato e io, contro questo, non ci potrò mai far nulla... Me lo godrò, ogni istante, e poi potrò pensare ai bei momenti passati insieme, amen. Un saluto. Un tuo nuovo lettore.

8:58 PM  

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