USA – Venezia. Ancora una volta
(avvertimento: questa è la cronaca minuto per minuto del mio ultimo viaggio in Italia. Non è un testo comico – anche se involontariamente faccio ridere – ed è lungo e potenzialmente noioso. Proseguite a vostro rischio e pericolo)
Pensate che viaggiare sia divertente? Io si. Soprattutto andare da un continente all’altro, così, per qualche giorno soltanto. Tipo la visita in Italia che ho appena fatto: 4 giorni di permanenza + 2 di viaggio. Poco tempo e tante cose da fare: questa volta mi sono organizzato per bene! Innanzitutto ho pensato bene di scegliere un volo che partisse ad un orario non troppo scomodo. In modo da arrivare in aeroporto in tranquillità, senza svegliarmi troppo presto al mattino. Dopo lunghe ricerche online trovo un volo alle 12.05, venerdì. Mi è sembrato l’ideale. Mi ero già visto, venerdì mattina, alzarmi con comodo e fare colazione, salire in macchina e lentamente dirigermi verso l’aeroporto. Ma ho sicuramente, e finalmente, imparato a capire la differenza tra 12 AM e 12 PM. Sarà questo nostro essere italiani che mi ha sempre fatto pensare che mezzogiorno appartenga ancora alla mattina. Qui non è così. Mezzogiorno appartiene al pomeriggio, quindi le 12.05 AM (di mattina) sono, in pratica, mezzanotte e cinque minuti! Altro che colazione con comodo! Son dovuto partire la sera del giorno prima! E menomale che me ne sono accorto, che altrimenti facevo la figura dello scemo il giorno dopo, presentandomi al check-in alle 11 di mattina, con la faccia ancora assonnata e pretendendo di partire con un aereo che in quel momento era già atterrato a destinazione! E vabbé, sono cose che succedono, errori che si possono fare. Il biglietto del ritorno lo ho acquistato con partenza la mattina di qualche giorno dopo il mio arrivo in Italia. Insomma, tolta la sera del venerdì del mio arrivo, mi sono rimaste solo quattro giornate piene da passare in Italia, in quanto alle 7 di mattina dell'ultimo giorno mi sarei ritrovato nuovamente in aeroporto. Per gestire i numerosi impegni presi per i quattro giorni di permanenza in Italia, ho ritenuto saggio organizzare il tutto prima della partenza. Da bravo informatico mi sono armato di carta e penna ed ho cominciato a disegnare una sorta di calendario dividendo ogni giorno in 5 parti: 1) primo mattino, 2) tardo mattino italiano che include il mezzogiorno, 3) primo pomeriggio, 4) tardo pomeriggio e 5) sera e notte. Cercando di distribuire ed organizzare in questo pseudo calendario i vari impegni presi, alcuni di piacere ed altri di lavoro (che poi per me è un piacere anche quello), ho lasciato pochi spazi bianchi nei quali ho scritto “IMPREVISTI”. Ma non in senso negativo (scrivendolo ho pensato agli imprevisti del monopoli...) La cosa che non sapevo è che questi imprevisti, alla fine, hanno avuto un ruolo da protagonisti in questi quattro giorni italiani, ed anche nei due giorni di viaggio usa-italia ed italia-usa. Ecco giorno per giorno gli eventi salienti che hanno fatto di questa “vacanza” un tour-de-force speciale:
Giorno -1 (giovedì 27 Maggio) – Vigilia della partenza
Appena sveglio al mattino, dopo un po' di ginnastica al sole della Florida, ho terminato i miei preparativi per la partenza. Tra le altre cose ho dovuto trasportare (a spinta manuale e trainato da amici con la macchina) la mia motocicletta che, rotta, mi aveva lasciato a piedi a qualche chilometro da casa. Ho riempito una valigia per la breve permanenza in Italia ed ho dedicato del tempo a mettere in ordine la casa. Poi ecco il primo fortunato imprevisto: la principessa mi ha concesso un incontro, la mattina, per un caffè. Di sicuro questa cosa mi ha messo di buon umore per la giornata (anche se il suo comportamento a volte mi fa arrabbiare, la principessa è sempre una piacevole compagnia). Dopo il caffè con questa splendida donzella, e dopo un piccolo incontro di lavoro, degli amici mi hanno gentilmente accompagnato in aeroporto. Partendo con adeguato anticipo siamo passati a vedere una Corvette in vendita ed abbiamo fatto un semi-involontario (ci siamo persi) giro turistico per Miami e dintorni. Abbiamo cenato a Miami Beach e più tardi sono arrivato a destinazione pronto per partire. Altro caso strano della vita: al check-in invece di chiedermi se preferivo sedere vicino al finestrino o meno, la hostess mi offre 500 dollari in contante, albergo prima classe e pranzi pagati se avessi accettato di partire il giorno seguente, visto che la compagnia aerea aveva venduto più biglietti di quanti posti aveva in aereo. Come diceva un italiano anni fa in America, “questa è un'offerta che non si può rifiutare”... ma solo nel caso uno abbia in programma una permanenza a destinazione più lunga della mia! Con una smorfia molto nervoso-isterica ho risposto alla hostess che, PURTROPPO, dovevo partire. Nel frattempo la gente in coda vicino a me continuava a ripetermi: “io accetterei, io accetterei” ed io pensavo, state zitti che altrimenti vi “accetto” io, ma con una accetta, per l'appunto. E quindi mi sono imbarcato in aereo.
Giorno 0 (venerdì 28 Maggio) – Folli cose con folle gente
Appena arrivato in aeroporto a Venezia, dopo aver fatto scalo a Madrid, ho appreso che il comitato d'accoglienza organizzato per il mio arrivo (due simpatiche donzelle vicentine)portavano un ritardo di una mezzoretta causa autostrade imboccate in direzione sbagliata. Seduto su una panchina ho dedicato il tempo dell'attesa per qualche sms e per quella meditazione trascendentale anti trauma da rientro in Italia. Ho fatto due respiri profondi affinché i veleni della zona industriale di porto Marghera arrivassero fino all'ultimo alveolo dei miei polmoni, ed in quel frangente le mie simpaticissime amiche mi hanno caricato in macchina (non mi hanno lasciato guidare) e mi hanno portato a Jesolo Beach. Tipo Miami, solo un po' più italiana. Ho anche dovuto umiliarmi perdendo ad una partita a minigolf, ho cenato tra una barzelletta e l'altra, sono stato in un locale abbastanza “in”, ma siamo stati “out”, anzi “fora” per dirla in veneziano, tutto il tempo. Ho bevuto del buon vino italiano, chiacchierato piacevolmente e sono stato accompagnato a casa che erano quasi le 2 di notte. Ma fuso io e fuso l'orario sono rimasto sveglio fino alle 4.30 a disfare la valigia ed a leggere un libro.
Giorno 1 (sabato 29 Maggio) – Mamma, parto per Milano!
Tre ore dopo essermi messo a dormire ero già sveglio, e mezzora dopo stavo facendo colazione assieme a mia mamma ed a mio fratello. Giusto il tempo di rendermi conto di come mi chiamavo e dove mi trovavo, che ero seduto nella bellissima macchina di mio fratello in direzione PCCity, un grande negozio che vende computer e accessori. Siamo andati in cerca di un buon computer per lui e sentendomi come in una pasticceria durante una dieta ho curiosato tra le “novità” informatiche italiane, in effetti abbastanza indietro rispetto agli USA. Ancora non avevo comunicato al mondo che ero in quel di Mestre, cosicché ho fatto un paio di telefonate ed ho mandato qualche SMS. Penso sia stata una delle poche volte che, arrivato in Italia, il mio amico Alberto non è stata la prima persona che ho visto... ma non averlo ancora visto il secondo giorno mi stava preoccupando! Tra l'altro un'altra persona che mi avrebbe fatto veramente piacere vedere non è risultata reperibile in quanto è “scappata” nella sua terra d'origine giusto giusto per i giorni della mia permanenza in Italia. Mi sono accontentato di stare un po' al telefono con lei. Ho poi proseguito la giornata pranzando con mia mamma, andandomi a bere un caffè nel mio baretto preferito e poi mi sono incontrato con Velinska, una amica conosciuta in internet, che si trovava di passaggio a Mestre per lavoro. Ma la giornata iniziata a Mestre si sarebbe conclusa a Milano. Con la amica internettiana mi son recato alla biglietteria della stazione sono dove riuscito ad acquistare un biglietto per due persone mentre viaggiavo da solo. Colpa del cazzone di bigliettaio che avendo visto me e Velinska allo sportello, alla mia richiesta “UN biglietto andata e ritorno per Milano” me ne ha dato in effetti uno, ma valido per due persone! Io ho pagato non sapendo che la cifra che stavo pagando era troppo alta per una persona sola. Ma passi, è che la figura da scemo la ho fatta in treno quando il controllore mi ha chiesto: “ma chi viaggia con lei?”, e capito il problema per fare lo scemo ho detto: “no, è che soffro di doppia personalità, quindi devo acquistare sempre un biglietto per due”. La gente nello scompartimento mi ha guardato seria e preoccupata. Qui ho capito che devo lasciar stare il cabaret! Arrivato a Milano mi sono rilassato trovando un comitato di accoglienza puntuale (infatti non erano donne questa volta!). Gli amici mi hanno subito portato a casa, per una squisita cena preparata dalla bravissima ragazza di uno dei due. E qui lo dico e qui lo nego, ho mangiato il tiramisù più buono della mia vita. Meglio di quello della mamma, e che non è dir poco! Non so se il mio giudizio fosse poco obiettivo a causa della mia lunga permanenza lontano dall'Italia e dai tiramisù (causa dieta), ma avrei potuto commettere atti impuri con la teglia dove il dolce è stato servito! La serata trascorsa piacevolmente con amici e relative consorti mi ha fatto ricordare le sere in cui, da piccolo, i miei genitori avevano ospiti a cena. Il realizzare che ora ero io al posto dei miei genitori mi ha dato un po' di giramenti di testa! Sono passato dai 5 ai 30 anni alla velocità che solo il pensiero può raggiungere, e questo mi ha lasciato un po' traumatizzato. Essere andato a vedere l'ultimo spettacolo della notte di “the day after tomorrow” non ha aiutato, anche se il film è stato mediocre. E' stato più salutare rivedere incontri ravvicinati del terzo tipo in TV, prendendo sonno neanche 2 ore prima della sveglia. Chissà quanto caffè c'era nel tiramisù!!!
Giorno 2 (domenica 30 Maggio) – Se non c'è... non c'è!
Sveglia all'alba, anzi, prima dell'alba. O dopo? non mi ricordo. Fatto è che alle 7 e qualche minuto ero già in stazione centrale a Milano. La faccia ancora addormentata non doveva essere un granché affascinante, in quanto i tossici le monete me le tiravano invece che chiedermele! In queste becere condizioni fisiche e mentali mi sono incontrato con una amica che, poverina, è venuta a trovarmi a Milano da ben distante. Se in passato avessi potuto stare con lei a costo di farmi amputare una gamba, lo avrei fatto. Ed ancora penso che è una ragazza interessante e piacevolissima. Non so lei cosa pensi di me, ma certo è che forse a causa della tensione, forse per recondite congiunture planetarie, il click magico che speravo ci fosse, non scatta mai. Quando usciamo assieme (questa era la seconda o terza uscita io e lei) finiamo col girovagare nelle direzioni più sbagliate (dove non c'è un locale aperto, o qualcosa di comodo per stare in compagnia) e si finisce con una potenziale fuga indietro verso casa. E vabbè, se non c'è non c'è... Nell'occasione comunque una bella chiacchierata e quattro passi in centro a Milano me li sono fatti. La donzella in questione, nonostante il mancato feeling, è sempre una piacevole compagnia. Salito in treno da solo con un biglietto per due (e non era un film), in ricambio del karma per la sfiga, mi sono trovato una piacevolissima e bellissima compagna di viaggio di nazionalità cinese! Non ho capito nulla di cosa mi dicesse, lei non ha capito nulla di cosa dicessi io, ma ci siamo fatti tanti bei sorrisi e lei mi ha pure offerto della cioccolata milka (lo so mamma, non dovevo accettare dolciumi dalle sconosciute...). Arrivato a Mestre per ora di pranzo mi sono incontrato in stazione con il mio fido e fedele amico medico, Alberto. Finalmente! Saltati in macchina e passati a prendere una amica, e tutti e tre allegramente siamo andati al montello (zona collinare del trevigiano) a casa di un amico che aveva appena preparato le braci per fare costicine e bistecche. Ma che sfortuna!!! Poco dopo ero già pieno come un tacchino nel giorno del ringraziamento, e se non bastasse abbiamo concluso il pranzo con tanto di torta gelato per dessert! Rallegrato dal buon vinello, trascorro il pomeriggio nel tranquillo ambiente collinare fino a sera, per poi spostarmi di nuovo a Mestre dove mi aspettava la cena di famiglia, Alberto compreso. Che bella serata con fratelli e nipoti e tanta buona pizza!!! Finita la cena, io ed il Berto ci siamo diretti verso il baretto di fiducia per un caffè. Finalmente due chiacchiere con l'amico! Ho cercato di recuperare più tempo possibile, dopo mesi che non ci si vedeva, ma ad un certo punto ci siamo diretti verso casa (ognuno la sua!) dove io ho controllato la posta elettronica ed ho sbrigato altre cose. Sono sempre andato a dormire tardi, ma qualche quarto d'ora di sonno in più del solito lo ho fatto.
Giorno 3 (lunedì 31 Maggio) – Linda's day!
Il lunedì si lavora, e così, per coerenza, dopo una colazione fatta a mattina presto proprio nello stesso baretto dove ero stato la sera prima con Alberto, mi dirigo verso un ufficio dove ho fatto una assistenza tecnica ed una piccola consulenza. L'occasione è stata perfetta per passare un po' di tempo con un altro amico, la cui figlia, Linda, ha preparato un buon pranzo, al quale sono stato invitato a partecipare avendo così modo di mangiare bene e chiacchierare intelligentemente, che non è poco! Il figlio del mio amico, amico mio a sua volta, mi ha aggiornato sulla musica italiana a mezzo mp3, e sto ad oggi consumando ogni giorno di più un CD di Caparezza. Troppo bello! Tornato a casa per un cambio veloce, mi ritrovo a discutere prima via sms, poi al telefono, con una importante persona che appartiene al mio passato. L'argomento è difficile e non lo narro qui, ma questa chiacchierata mi ha lasciato molto perplesso ed amareggiato. Per consolarmi, comunque, avevo in programma un incontro misto di lavoro-piacere con Linda, non la figlia del mio amico, ma uno dei miei idoli, una ex morosetta di quando ero bambino (dai 10 ai 13 anni) ed oggi mia carissima amica, affermata stilista. Raggiunta la riviera del brenta in Autobus, 20 Km circa da Mestre, troppi da fare in bicicletta rapidamente, ho potuto riabbracciare la mia amica, e assieme al suo socio siamo andati nel suo nuovo studio, veramente bello. Dopo una chiacchierata di lavoro con lei e socio, io e la Linda ci siamo diretti verso Rovigo, dove ci aspettava il suo ragazzo ed una piacevolissima cena. Anzi, per essere precisi la cena non ci aspettava... è stata la Linda che arrivati a casa si è messa a cucinare, dopo una giornata di lavoro! Che brava ragazza! Mangiando pesce e bevendo del buon vinello bianco ci siamo infilati in discussioni su musica ed artisti degli anni 70. Dopo cena il suo ragazzo mi ha fatto fare un giro turistico del centro di Rovigo illustrandomi storia ed origini di ogni palazzo e chiesa. Cosa culturale ed interessante, che è terminata in un baretto dove abbiamo bevuto una birra. Finita la birra ho cominciato a preoccuparmi della mia attitudine al bere, cosa alla quale non sono abituato. Ho fatto il conto che in questa permanenza italiana, nel giro di 3 giorni ho bevuto vino e birra. Non male!!! La notte la ho passata ospite a casa della Linda. Una casetta spettacolare, che si e' progettata tutta da sola. Linda sei mitica!
Giorno 4 (martedì 1 Giugno) – Il mio secondo nome è Flash Gordon
06.30 Sveglia, colazione con la Linda nella sua bella casetta. Svegliarsi e trovare la Linda per casa (sua tra l'altro) è un lieto svegliarsi! Con la Linda saliamo in macchina, partiamo da Rovigo e per le 08.00 di mattina sono a Mestre a casa di mia mamma. Lì non faccio a tempo ad entrare, trovo mio fratello e per le 08.30 sono a casa sua a sistemare il suo computer ed installare la rete wireless. Murphy nelle sue leggi ha ragione. Se qualcosa può andare male lo farà, così infatti è stato. Delle 4 cose che dovevo fare, se sono riuscito a farne una è tanto. E non potevo rimandare, anche se da rimandare mi veniva, ma in un altro senso. Ho lasciato il lavoro a metà e alle 12.30 mi dirigevo verso il centro in bici, mio mezzo di locomozione per le lunghe distanze quando sono in Italia. Ma il buon zio Murphy ha pensato a tutto et voilà, la pioggia. Bagnaticcio alle 13.00 sono a pranzo con una carissima amica, che non vedevo da tempo, e quando alle 13.40 andiamo a bere un caffè in una osteria in centro, ho la piacevolissima sorpresa di trovare diversi amici che stanno pranzando lì. Tutti dipendenti statali: ma tutti bravissimi nel loro lavoro e con ruoli importanti, sia nell'ambito della cultura che della pubblica sicurezza. Alle 14.00 sono a tavola con un gruppo di persone con cui ho anche lavorato per un periodo in passato. E' stato un piacevole diversivo finché non è arrivato alle 14.40 il mio idolo del business, il mio amico imprenditore per eccellenza, neo papà, che mi ha accompagnato fino ad un appuntamento di lavoro. Alle 15.00 ero seduto a bere un caffè con “il paron” di una geniale azienda di informatica bassanese, con cui sto lavorando per portare in USA un loro prodotto. Ad accompagnarlo c'erano la moglie e la bella e sorridente segretaria, che se fossi mai riuscito ad invitare qualche volta a cena quando ero in Italia lo avrei fatto volentieri! Finito il “meeting al bar”, alle 17.00, ho fatto alcune spese per gli amici in USA. Libri della Oriana Fallaci, CD Rom per studiare l'inglese, due cosine di abbigliamento, etc. Tornando verso casa in bici, incontro per strada, verso le 17.30, mia mamma, la quale mi ha offerto un aperitivo alla frutta con bracchetto. Un aperitivo alla frutta che è più un mito che un aperitivo. Prima di entrare al bar incrocio una ragazza con passeggino e pargolo che mi ricorda tremendamente un amore delle medie... pronuncio il suo nome a voce medio-alta dopo che lei è passata e controllo se si gira. Ed infatti si gira, mi saluta e mi fermo a fare due chiacchiere. Sempre bellissima, e anche mamma adesso!!! Alle 18.00 sono a casa per fare valigia, la mattina seguente sarei partito per tornare in USA, quando mi squilla il cellulare. Momenti non faccio un colpo! Un sogno che diventa vero: una ragazza che conosco da anni, con cui ci sono stati flirt su flirt, ma mai nulla di concluso, una spettacolare persona, bella dentro, fuori e a metà via, che è più difficile riuscire ad uscire con lei che avere un appuntamento con la regina d'Inghilterra, mi stava chiamando. Mi torna in mente di averle smssato il fatto che sarei stato in Italia, e aver accordato il martedì tardo pomeriggio come possibile per vederci, ma ci contavo così poco che me ne ero dimenticato. Mi dice che è quasi sotto casa mia, le spiego come arrivare e alle 18.30 sono con lei al mio solito baretto che chiacchiero e mi faccio due (innocentissime e dolcissime) coccole. La cosa non dura molto, lei deve andare via, e quindi alle 19.30 sono di nuovo a casa a fare la valigia e due chiacchiere con mia mamma. Verso le 21.00 arriva il mio amico Berto, e con lui vado al solito baretto dove lo guardo sbafarsi un club sandwich mentre gli racconto le avventure di questi giorni. La serata continua a casa sua, dove alle 22.00 ammiro questa nuova TV grandissima e piattissima (insomma il contrario di una donna ideale) con un telecomando degno di essere marchiato NASA attraverso il quale riesce a vedere canali che manco sapevo esistessero. Quasi come qui in America. Quindi a film già iniziato ci mettiamo a vedere “io non ho paura”, la storia del bambino rapito che fa amicizia col figlio del rapitore. Un bel film italiano. Alle 01.00 di notte sono a casa a finire la valigia e mettere ordine in camera. Per coerenza sono andato a dormire alle 04.00 anche questo giorno qui. Intensa la giornata, no?
Giorno 4+1 RITORNO (mercoledì 2 Giugno) – Fino all'ultimo!
Due ore dopo essermi steso ero già fuori casa che caricavo le valige in macchina di Alberto che gentilmente mi ha accompagnato in aeroporto. Finalmente finite le avventure e un bel sonno fino agli States, pensavo io, ma mi sbagliavo! Alle 07.30 all’imbarco incontro una mia ex, Argentina, che con aria severissima e serissima controllava le carte di imbarco ai passeggeri. Aspetto che sia libera, attiro la sua attenzione e quando mi vede fa un bellissimo sorriso, mi viene incontro e mi abbraccia. Restiamo a chiacchierare un po' finché non è ora che anche io mi imbarchi (in aereo, non con lei...). Beh, quando un fa il suo lavoro seriamente: ha voluto vedere un mio documento per farmi passare! Alle 10.30 faccio scalo a Madrid ed incontro il mio guaio. Getrulde (nome di fantasia) è una bella ragazza mestrina, che già conoscevo, ma con la quale mai avevo fatto conoscenza. Più che incontrati ci siamo scontrati in quanto lei maldestramente cercava di recuperare il suo bagaglio a mano (ed in lavatrice) da sopra la mia testa, compiendo una operazione che più che altro mi sembrava un tentato omicidio a mio danno. Mi sono trattenuto dal mandarla a quel paese, visto che in un qualche paese già stava andando, e le sorrido. Lei insiste nel dirmi che mi ha già visto da qualche parte, ma questo capita a moltissima gente, soprattutto se di Mestre, ed anche io ho la stessa sensazione, ma non le dico nulla: quando un ragazzo dice ad una ragazza “ma ci conosciamo già?” quella crede che lui ci stia provando (valle a capire le donne) quindi me ne sto zitto. Scopriamo però che stiamo in effetti entrambi andando nello stesso paese, e nella stessa città, con lo stesso volo. Alle 11.30, saliti in aereo ci facciamo spostare di posto per sedere vicini, e iniziamo a ciacolare. Scopriamo che in effetti ci conoscevamo di vista, lei lavorava vicino a dove lavoravo io, anni fa. Messi comodi, cinture allacciate, alle 12.30 ci comunicano che per motivi tecnici si cambia aereo, quindi scendiamo ed andiamo a mangiare qualcosa assieme. Ce la prendiamo con comodo e continuiamo a raccontarci tutto di noi. La cosa è bilanciata: qualcosa racconta lei ed io ascolto sinceramente interessato, altro racconto io e lei ascolta interessata. Siamo addirittura arrivati a guardare foto e filmini (tra portatile e telecamera). Impressionante! Alle 16.00 partiamo con un altro aereo. Beh, niente nanna (tranne un'oretta fatta prima di atterrare), ma tante chiacchiere e tante risate. Alla fine del viaggio ci conoscevamo come a volte nemmeno un parente ti conosce! Alle 19.30 ora americana arriviamo in USA. Ognuno di noi ha avuto il suo comitato di accoglienza. Il suo era già lì, il mio è arrivato in 10 minuti. Ho fatto il lungo viaggio da Miami a Sarasota accompagnato da carissimi neo amici italiani.
Giorni seguenti – In conclusione
Il giorno seguente sono tornato a lavoro, e la vita è ripresa, ma non più come prima. Non mi sono più tolto dalla testa questa amicizia fatta a 10000 metri di altezza, cosa pericolosa. Ho intensamente pensato alla principessa, e sembrava aver funzionato. Anzi, la principessa la ho anche rivista, ci sono uscito addirittura due giorni di fila. È bella, è dolce, è impossibile. Come avevo deciso, tornato in USA dall'Italia, la mia vita è cambiata: ora non lavoro più la notte, stacco quasi a fine orario di ufficio (a volte un'oretta dopo, a volte due), faccio esercizio fisico, cerco di divertirmi. Gli amici mi stanno organizzando degli appuntamenti perché non vogliono vedermi single. Tra poco uscirò con una giapponesina, vedremo. Ma queste sono altre storie!
Appena sveglio al mattino, dopo un po' di ginnastica al sole della Florida, ho terminato i miei preparativi per la partenza. Tra le altre cose ho dovuto trasportare (a spinta manuale e trainato da amici con la macchina) la mia motocicletta che, rotta, mi aveva lasciato a piedi a qualche chilometro da casa. Ho riempito una valigia per la breve permanenza in Italia ed ho dedicato del tempo a mettere in ordine la casa. Poi ecco il primo fortunato imprevisto: la principessa mi ha concesso un incontro, la mattina, per un caffè. Di sicuro questa cosa mi ha messo di buon umore per la giornata (anche se il suo comportamento a volte mi fa arrabbiare, la principessa è sempre una piacevole compagnia). Dopo il caffè con questa splendida donzella, e dopo un piccolo incontro di lavoro, degli amici mi hanno gentilmente accompagnato in aeroporto. Partendo con adeguato anticipo siamo passati a vedere una Corvette in vendita ed abbiamo fatto un semi-involontario (ci siamo persi) giro turistico per Miami e dintorni. Abbiamo cenato a Miami Beach e più tardi sono arrivato a destinazione pronto per partire. Altro caso strano della vita: al check-in invece di chiedermi se preferivo sedere vicino al finestrino o meno, la hostess mi offre 500 dollari in contante, albergo prima classe e pranzi pagati se avessi accettato di partire il giorno seguente, visto che la compagnia aerea aveva venduto più biglietti di quanti posti aveva in aereo. Come diceva un italiano anni fa in America, “questa è un'offerta che non si può rifiutare”... ma solo nel caso uno abbia in programma una permanenza a destinazione più lunga della mia! Con una smorfia molto nervoso-isterica ho risposto alla hostess che, PURTROPPO, dovevo partire. Nel frattempo la gente in coda vicino a me continuava a ripetermi: “io accetterei, io accetterei” ed io pensavo, state zitti che altrimenti vi “accetto” io, ma con una accetta, per l'appunto. E quindi mi sono imbarcato in aereo.
Appena arrivato in aeroporto a Venezia, dopo aver fatto scalo a Madrid, ho appreso che il comitato d'accoglienza organizzato per il mio arrivo (due simpatiche donzelle vicentine)portavano un ritardo di una mezzoretta causa autostrade imboccate in direzione sbagliata. Seduto su una panchina ho dedicato il tempo dell'attesa per qualche sms e per quella meditazione trascendentale anti trauma da rientro in Italia. Ho fatto due respiri profondi affinché i veleni della zona industriale di porto Marghera arrivassero fino all'ultimo alveolo dei miei polmoni, ed in quel frangente le mie simpaticissime amiche mi hanno caricato in macchina (non mi hanno lasciato guidare) e mi hanno portato a Jesolo Beach. Tipo Miami, solo un po' più italiana. Ho anche dovuto umiliarmi perdendo ad una partita a minigolf, ho cenato tra una barzelletta e l'altra, sono stato in un locale abbastanza “in”, ma siamo stati “out”, anzi “fora” per dirla in veneziano, tutto il tempo. Ho bevuto del buon vino italiano, chiacchierato piacevolmente e sono stato accompagnato a casa che erano quasi le 2 di notte. Ma fuso io e fuso l'orario sono rimasto sveglio fino alle 4.30 a disfare la valigia ed a leggere un libro.
Tre ore dopo essermi messo a dormire ero già sveglio, e mezzora dopo stavo facendo colazione assieme a mia mamma ed a mio fratello. Giusto il tempo di rendermi conto di come mi chiamavo e dove mi trovavo, che ero seduto nella bellissima macchina di mio fratello in direzione PCCity, un grande negozio che vende computer e accessori. Siamo andati in cerca di un buon computer per lui e sentendomi come in una pasticceria durante una dieta ho curiosato tra le “novità” informatiche italiane, in effetti abbastanza indietro rispetto agli USA. Ancora non avevo comunicato al mondo che ero in quel di Mestre, cosicché ho fatto un paio di telefonate ed ho mandato qualche SMS. Penso sia stata una delle poche volte che, arrivato in Italia, il mio amico Alberto non è stata la prima persona che ho visto... ma non averlo ancora visto il secondo giorno mi stava preoccupando! Tra l'altro un'altra persona che mi avrebbe fatto veramente piacere vedere non è risultata reperibile in quanto è “scappata” nella sua terra d'origine giusto giusto per i giorni della mia permanenza in Italia. Mi sono accontentato di stare un po' al telefono con lei. Ho poi proseguito la giornata pranzando con mia mamma, andandomi a bere un caffè nel mio baretto preferito e poi mi sono incontrato con Velinska, una amica conosciuta in internet, che si trovava di passaggio a Mestre per lavoro. Ma la giornata iniziata a Mestre si sarebbe conclusa a Milano. Con la amica internettiana mi son recato alla biglietteria della stazione sono dove riuscito ad acquistare un biglietto per due persone mentre viaggiavo da solo. Colpa del cazzone di bigliettaio che avendo visto me e Velinska allo sportello, alla mia richiesta “UN biglietto andata e ritorno per Milano” me ne ha dato in effetti uno, ma valido per due persone! Io ho pagato non sapendo che la cifra che stavo pagando era troppo alta per una persona sola. Ma passi, è che la figura da scemo la ho fatta in treno quando il controllore mi ha chiesto: “ma chi viaggia con lei?”, e capito il problema per fare lo scemo ho detto: “no, è che soffro di doppia personalità, quindi devo acquistare sempre un biglietto per due”. La gente nello scompartimento mi ha guardato seria e preoccupata. Qui ho capito che devo lasciar stare il cabaret! Arrivato a Milano mi sono rilassato trovando un comitato di accoglienza puntuale (infatti non erano donne questa volta!). Gli amici mi hanno subito portato a casa, per una squisita cena preparata dalla bravissima ragazza di uno dei due. E qui lo dico e qui lo nego, ho mangiato il tiramisù più buono della mia vita. Meglio di quello della mamma, e che non è dir poco! Non so se il mio giudizio fosse poco obiettivo a causa della mia lunga permanenza lontano dall'Italia e dai tiramisù (causa dieta), ma avrei potuto commettere atti impuri con la teglia dove il dolce è stato servito! La serata trascorsa piacevolmente con amici e relative consorti mi ha fatto ricordare le sere in cui, da piccolo, i miei genitori avevano ospiti a cena. Il realizzare che ora ero io al posto dei miei genitori mi ha dato un po' di giramenti di testa! Sono passato dai 5 ai 30 anni alla velocità che solo il pensiero può raggiungere, e questo mi ha lasciato un po' traumatizzato. Essere andato a vedere l'ultimo spettacolo della notte di “the day after tomorrow” non ha aiutato, anche se il film è stato mediocre. E' stato più salutare rivedere incontri ravvicinati del terzo tipo in TV, prendendo sonno neanche 2 ore prima della sveglia. Chissà quanto caffè c'era nel tiramisù!!!
Sveglia all'alba, anzi, prima dell'alba. O dopo? non mi ricordo. Fatto è che alle 7 e qualche minuto ero già in stazione centrale a Milano. La faccia ancora addormentata non doveva essere un granché affascinante, in quanto i tossici le monete me le tiravano invece che chiedermele! In queste becere condizioni fisiche e mentali mi sono incontrato con una amica che, poverina, è venuta a trovarmi a Milano da ben distante. Se in passato avessi potuto stare con lei a costo di farmi amputare una gamba, lo avrei fatto. Ed ancora penso che è una ragazza interessante e piacevolissima. Non so lei cosa pensi di me, ma certo è che forse a causa della tensione, forse per recondite congiunture planetarie, il click magico che speravo ci fosse, non scatta mai. Quando usciamo assieme (questa era la seconda o terza uscita io e lei) finiamo col girovagare nelle direzioni più sbagliate (dove non c'è un locale aperto, o qualcosa di comodo per stare in compagnia) e si finisce con una potenziale fuga indietro verso casa. E vabbè, se non c'è non c'è... Nell'occasione comunque una bella chiacchierata e quattro passi in centro a Milano me li sono fatti. La donzella in questione, nonostante il mancato feeling, è sempre una piacevole compagnia. Salito in treno da solo con un biglietto per due (e non era un film), in ricambio del karma per la sfiga, mi sono trovato una piacevolissima e bellissima compagna di viaggio di nazionalità cinese! Non ho capito nulla di cosa mi dicesse, lei non ha capito nulla di cosa dicessi io, ma ci siamo fatti tanti bei sorrisi e lei mi ha pure offerto della cioccolata milka (lo so mamma, non dovevo accettare dolciumi dalle sconosciute...). Arrivato a Mestre per ora di pranzo mi sono incontrato in stazione con il mio fido e fedele amico medico, Alberto. Finalmente! Saltati in macchina e passati a prendere una amica, e tutti e tre allegramente siamo andati al montello (zona collinare del trevigiano) a casa di un amico che aveva appena preparato le braci per fare costicine e bistecche. Ma che sfortuna!!! Poco dopo ero già pieno come un tacchino nel giorno del ringraziamento, e se non bastasse abbiamo concluso il pranzo con tanto di torta gelato per dessert! Rallegrato dal buon vinello, trascorro il pomeriggio nel tranquillo ambiente collinare fino a sera, per poi spostarmi di nuovo a Mestre dove mi aspettava la cena di famiglia, Alberto compreso. Che bella serata con fratelli e nipoti e tanta buona pizza!!! Finita la cena, io ed il Berto ci siamo diretti verso il baretto di fiducia per un caffè. Finalmente due chiacchiere con l'amico! Ho cercato di recuperare più tempo possibile, dopo mesi che non ci si vedeva, ma ad un certo punto ci siamo diretti verso casa (ognuno la sua!) dove io ho controllato la posta elettronica ed ho sbrigato altre cose. Sono sempre andato a dormire tardi, ma qualche quarto d'ora di sonno in più del solito lo ho fatto.
Il lunedì si lavora, e così, per coerenza, dopo una colazione fatta a mattina presto proprio nello stesso baretto dove ero stato la sera prima con Alberto, mi dirigo verso un ufficio dove ho fatto una assistenza tecnica ed una piccola consulenza. L'occasione è stata perfetta per passare un po' di tempo con un altro amico, la cui figlia, Linda, ha preparato un buon pranzo, al quale sono stato invitato a partecipare avendo così modo di mangiare bene e chiacchierare intelligentemente, che non è poco! Il figlio del mio amico, amico mio a sua volta, mi ha aggiornato sulla musica italiana a mezzo mp3, e sto ad oggi consumando ogni giorno di più un CD di Caparezza. Troppo bello! Tornato a casa per un cambio veloce, mi ritrovo a discutere prima via sms, poi al telefono, con una importante persona che appartiene al mio passato. L'argomento è difficile e non lo narro qui, ma questa chiacchierata mi ha lasciato molto perplesso ed amareggiato. Per consolarmi, comunque, avevo in programma un incontro misto di lavoro-piacere con Linda, non la figlia del mio amico, ma uno dei miei idoli, una ex morosetta di quando ero bambino (dai 10 ai 13 anni) ed oggi mia carissima amica, affermata stilista. Raggiunta la riviera del brenta in Autobus, 20 Km circa da Mestre, troppi da fare in bicicletta rapidamente, ho potuto riabbracciare la mia amica, e assieme al suo socio siamo andati nel suo nuovo studio, veramente bello. Dopo una chiacchierata di lavoro con lei e socio, io e la Linda ci siamo diretti verso Rovigo, dove ci aspettava il suo ragazzo ed una piacevolissima cena. Anzi, per essere precisi la cena non ci aspettava... è stata la Linda che arrivati a casa si è messa a cucinare, dopo una giornata di lavoro! Che brava ragazza! Mangiando pesce e bevendo del buon vinello bianco ci siamo infilati in discussioni su musica ed artisti degli anni 70. Dopo cena il suo ragazzo mi ha fatto fare un giro turistico del centro di Rovigo illustrandomi storia ed origini di ogni palazzo e chiesa. Cosa culturale ed interessante, che è terminata in un baretto dove abbiamo bevuto una birra. Finita la birra ho cominciato a preoccuparmi della mia attitudine al bere, cosa alla quale non sono abituato. Ho fatto il conto che in questa permanenza italiana, nel giro di 3 giorni ho bevuto vino e birra. Non male!!! La notte la ho passata ospite a casa della Linda. Una casetta spettacolare, che si e' progettata tutta da sola. Linda sei mitica!
06.30 Sveglia, colazione con la Linda nella sua bella casetta. Svegliarsi e trovare la Linda per casa (sua tra l'altro) è un lieto svegliarsi! Con la Linda saliamo in macchina, partiamo da Rovigo e per le 08.00 di mattina sono a Mestre a casa di mia mamma. Lì non faccio a tempo ad entrare, trovo mio fratello e per le 08.30 sono a casa sua a sistemare il suo computer ed installare la rete wireless. Murphy nelle sue leggi ha ragione. Se qualcosa può andare male lo farà, così infatti è stato. Delle 4 cose che dovevo fare, se sono riuscito a farne una è tanto. E non potevo rimandare, anche se da rimandare mi veniva, ma in un altro senso. Ho lasciato il lavoro a metà e alle 12.30 mi dirigevo verso il centro in bici, mio mezzo di locomozione per le lunghe distanze quando sono in Italia. Ma il buon zio Murphy ha pensato a tutto et voilà, la pioggia. Bagnaticcio alle 13.00 sono a pranzo con una carissima amica, che non vedevo da tempo, e quando alle 13.40 andiamo a bere un caffè in una osteria in centro, ho la piacevolissima sorpresa di trovare diversi amici che stanno pranzando lì. Tutti dipendenti statali: ma tutti bravissimi nel loro lavoro e con ruoli importanti, sia nell'ambito della cultura che della pubblica sicurezza. Alle 14.00 sono a tavola con un gruppo di persone con cui ho anche lavorato per un periodo in passato. E' stato un piacevole diversivo finché non è arrivato alle 14.40 il mio idolo del business, il mio amico imprenditore per eccellenza, neo papà, che mi ha accompagnato fino ad un appuntamento di lavoro. Alle 15.00 ero seduto a bere un caffè con “il paron” di una geniale azienda di informatica bassanese, con cui sto lavorando per portare in USA un loro prodotto. Ad accompagnarlo c'erano la moglie e la bella e sorridente segretaria, che se fossi mai riuscito ad invitare qualche volta a cena quando ero in Italia lo avrei fatto volentieri! Finito il “meeting al bar”, alle 17.00, ho fatto alcune spese per gli amici in USA. Libri della Oriana Fallaci, CD Rom per studiare l'inglese, due cosine di abbigliamento, etc. Tornando verso casa in bici, incontro per strada, verso le 17.30, mia mamma, la quale mi ha offerto un aperitivo alla frutta con bracchetto. Un aperitivo alla frutta che è più un mito che un aperitivo. Prima di entrare al bar incrocio una ragazza con passeggino e pargolo che mi ricorda tremendamente un amore delle medie... pronuncio il suo nome a voce medio-alta dopo che lei è passata e controllo se si gira. Ed infatti si gira, mi saluta e mi fermo a fare due chiacchiere. Sempre bellissima, e anche mamma adesso!!! Alle 18.00 sono a casa per fare valigia, la mattina seguente sarei partito per tornare in USA, quando mi squilla il cellulare. Momenti non faccio un colpo! Un sogno che diventa vero: una ragazza che conosco da anni, con cui ci sono stati flirt su flirt, ma mai nulla di concluso, una spettacolare persona, bella dentro, fuori e a metà via, che è più difficile riuscire ad uscire con lei che avere un appuntamento con la regina d'Inghilterra, mi stava chiamando. Mi torna in mente di averle smssato il fatto che sarei stato in Italia, e aver accordato il martedì tardo pomeriggio come possibile per vederci, ma ci contavo così poco che me ne ero dimenticato. Mi dice che è quasi sotto casa mia, le spiego come arrivare e alle 18.30 sono con lei al mio solito baretto che chiacchiero e mi faccio due (innocentissime e dolcissime) coccole. La cosa non dura molto, lei deve andare via, e quindi alle 19.30 sono di nuovo a casa a fare la valigia e due chiacchiere con mia mamma. Verso le 21.00 arriva il mio amico Berto, e con lui vado al solito baretto dove lo guardo sbafarsi un club sandwich mentre gli racconto le avventure di questi giorni. La serata continua a casa sua, dove alle 22.00 ammiro questa nuova TV grandissima e piattissima (insomma il contrario di una donna ideale) con un telecomando degno di essere marchiato NASA attraverso il quale riesce a vedere canali che manco sapevo esistessero. Quasi come qui in America. Quindi a film già iniziato ci mettiamo a vedere “io non ho paura”, la storia del bambino rapito che fa amicizia col figlio del rapitore. Un bel film italiano. Alle 01.00 di notte sono a casa a finire la valigia e mettere ordine in camera. Per coerenza sono andato a dormire alle 04.00 anche questo giorno qui. Intensa la giornata, no?
Due ore dopo essermi steso ero già fuori casa che caricavo le valige in macchina di Alberto che gentilmente mi ha accompagnato in aeroporto. Finalmente finite le avventure e un bel sonno fino agli States, pensavo io, ma mi sbagliavo! Alle 07.30 all’imbarco incontro una mia ex, Argentina, che con aria severissima e serissima controllava le carte di imbarco ai passeggeri. Aspetto che sia libera, attiro la sua attenzione e quando mi vede fa un bellissimo sorriso, mi viene incontro e mi abbraccia. Restiamo a chiacchierare un po' finché non è ora che anche io mi imbarchi (in aereo, non con lei...). Beh, quando un fa il suo lavoro seriamente: ha voluto vedere un mio documento per farmi passare! Alle 10.30 faccio scalo a Madrid ed incontro il mio guaio. Getrulde (nome di fantasia) è una bella ragazza mestrina, che già conoscevo, ma con la quale mai avevo fatto conoscenza. Più che incontrati ci siamo scontrati in quanto lei maldestramente cercava di recuperare il suo bagaglio a mano (ed in lavatrice) da sopra la mia testa, compiendo una operazione che più che altro mi sembrava un tentato omicidio a mio danno. Mi sono trattenuto dal mandarla a quel paese, visto che in un qualche paese già stava andando, e le sorrido. Lei insiste nel dirmi che mi ha già visto da qualche parte, ma questo capita a moltissima gente, soprattutto se di Mestre, ed anche io ho la stessa sensazione, ma non le dico nulla: quando un ragazzo dice ad una ragazza “ma ci conosciamo già?” quella crede che lui ci stia provando (valle a capire le donne) quindi me ne sto zitto. Scopriamo però che stiamo in effetti entrambi andando nello stesso paese, e nella stessa città, con lo stesso volo. Alle 11.30, saliti in aereo ci facciamo spostare di posto per sedere vicini, e iniziamo a ciacolare. Scopriamo che in effetti ci conoscevamo di vista, lei lavorava vicino a dove lavoravo io, anni fa. Messi comodi, cinture allacciate, alle 12.30 ci comunicano che per motivi tecnici si cambia aereo, quindi scendiamo ed andiamo a mangiare qualcosa assieme. Ce la prendiamo con comodo e continuiamo a raccontarci tutto di noi. La cosa è bilanciata: qualcosa racconta lei ed io ascolto sinceramente interessato, altro racconto io e lei ascolta interessata. Siamo addirittura arrivati a guardare foto e filmini (tra portatile e telecamera). Impressionante! Alle 16.00 partiamo con un altro aereo. Beh, niente nanna (tranne un'oretta fatta prima di atterrare), ma tante chiacchiere e tante risate. Alla fine del viaggio ci conoscevamo come a volte nemmeno un parente ti conosce! Alle 19.30 ora americana arriviamo in USA. Ognuno di noi ha avuto il suo comitato di accoglienza. Il suo era già lì, il mio è arrivato in 10 minuti. Ho fatto il lungo viaggio da Miami a Sarasota accompagnato da carissimi neo amici italiani.
Giorni seguenti – In conclusione
Il giorno seguente sono tornato a lavoro, e la vita è ripresa, ma non più come prima. Non mi sono più tolto dalla testa questa amicizia fatta a 10000 metri di altezza, cosa pericolosa. Ho intensamente pensato alla principessa, e sembrava aver funzionato. Anzi, la principessa la ho anche rivista, ci sono uscito addirittura due giorni di fila. È bella, è dolce, è impossibile. Come avevo deciso, tornato in USA dall'Italia, la mia vita è cambiata: ora non lavoro più la notte, stacco quasi a fine orario di ufficio (a volte un'oretta dopo, a volte due), faccio esercizio fisico, cerco di divertirmi. Gli amici mi stanno organizzando degli appuntamenti perché non vogliono vedermi single. Tra poco uscirò con una giapponesina, vedremo. Ma queste sono altre storie!
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