Homo Rassegnatus
Se in passato il nostro cervello ha necessitato di millenni per progredire di poco, oggi, grazie alla rivoluzione industriale e quella dell'informazione, siamo riusciti a raggiungere traguardi inaspettati in pochissimo tempo. Se millenni erano stati necessari per diventare un po' più intelligenti, qualche decina di anni è bastata per rincoglionirci del tutto. E come in qualsiasi evento catastrofico, le onde di ripercussione hanno travolto la sfera sociale e quella emotiva delle nostre vite. Siamo ad un punto nel quale, per sentirci in armonia con il mondo in cui viviamo, invece di migliorare l'ambiente in torno a noi, cerchiamo di adeguarci peggiorando noi stessi. Siamo arrivati quindi ad una fase dell'evoluzione in cui possiamo definirci scientificamente “Homo Rassegnatus”. Ecco, secondo il mio modesto punto di vista, alcuni degli aspetti che mettono in evidenza il nostro stato di degrado:
L'abuso di Tecnologia Avanzata:
Parlerei forse di avanzo di tecnologia abusata, se volessi essere obiettivo sul tema, ma la cosa mi coinvolge (dovevo rincoglionirmi anche io un po', no?) e quindi le mie osservazioni sono sicuramente di parte. Certo è che l'applicazione delle tecnologie nella vita quotidiana ci ha portato ad essere degli “Homini Viziatissimis”. L'uomo d'oggi vive coccolato nei comfort più assurdi, che qualche anno fa sembravano ridicoli. Se saliti in macchina la vettura vi augura un buon viaggio, vi avvisa che c'è poca benzina e vi dice dove andare per tornare a casa dall'ufficio, niente paura. Non avete rubato KITT, la spider nera di “Michael Knight”, ma siete entrati in una qualsiasi automobile prodotta ultimamente. Anni prima le tecnologie erano differenti, ma la storia era la stessa. Per la donna, ad esempio, lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere ed altre amenità della famiglia degli “elettroaddomesticati” hanno trasformato le vecchie affascinanti casalinghe in donne tuttofare: con il tempo recuperato grazie all'automazione dei lavori di casa, ci si sente in obbligo di chiedere di più a queste donzelle: che vadano a lavorare! Il pranzo, tra un surgelato ed un microonde non richiede più di 5 minuti, un figlio tra videogame e televisione non richiede più di nove mesi, l'amante lo si integra nella pausa caffè in ufficio – essendo un collega nel 95% dei casi – e se avanza tempo... si riesce anche a litigare un po' con il marito. Ma, grazie a Dio, il tempo non avanza mai!
La vita in Frenesia:
La capacità di dividere il tempo in frazioni sempre più piccole, infatti, rende la vita più frenetica. Il manager d'oggi, ha appuntamenti da rispettare al millesimo di secondo. Ho visto fatture per interventi tecnici, calcolate non più in ore di lavoro, non solo in ore e minuti lavorati, bensì in ore, minuti e secondi lavorati. Ovviamente posso porgere lamentele adatte alla fattura che mi viene presentata: “Eh, qui ci allarghiamo... l'intervento tecnico ai nostri computer, ha sì richiesto 4 ore e 37 minuti, ma non potete fatturare anche i 23 secondi, in quanto ho contato ben 3 occasioni in cui il povero disgraziato che lavora per voi si è asciugato la fronte, impiegando nel gesto ben 8 secondi per volta”. L'azienda sgrida il tecnico che poi si porta a casa questa frenesia al millesimo di secondo. La moglie lo rimprovera di lavorare troppo e stare poco con i figli. Mica vero: “Ieri ho passato con loro 24 minuti e 14 secondi, prima di uscire”, si giustifica lui, e la moglie sopporta, in quanto a letto suo marito dura ben 18 secondi e 48 centesimi di più dei mariti delle sue amiche. Cosa non da poco.
La rinnovata Passione:
Nel corso dell'evoluzione siamo passati dall'uso della clava, per conquistare una donna, all'uso dei fiori (purtroppo non da scagliare con vaso e terra nella nuca della malefica donzella). Oggi la conquista non esiste più. Bisogna contrattare, manco si trattasse della vendita di un immobile. Vero è che c'è qualcuna che dà l'utero in affitto (ed in molti casi non per nove mesi, ma solo per qualche minuto), ma nella normalità l'homo rassegnatus approccia la relazione con l'altro sesso in un modo fortemente contrario alla sua stessa natura. Il sempre più crescente egocentrismo e l'abitudine ad avere tutto, subito e servito su un piatto d'argento, ha portato i rapporti sociali su livelli ancora inesplorati. La donna cerca in un uomo un vantaggio immediato, e non a lungo termine, ed è pronta a scambiarlo con merce fresca, pronta subito. L'uomo millanta i vantaggi immediati e vuole verificare la qualità della merce, prima di scendere a compromessi. Soprattutto sapendo bene che l'unico suo scopo è l'assaggio e non l'acquisto. Perché sia per l'uno che per l'altro il vero orgasmo è l'apparire. Lei può alla meglio mostrare alle amiche il suo trofeo brillante attorno ad un dito, lui può far vedere agli amici che “popò di gnocca” c'è nella sua porche. Il fatto di finire a letto assieme, per lui vuol dire non mentire quando poi lo racconta agli amici, per lei è un modo di cercare invano una ragione che giustifichi l'anello del quale si vanta con le amiche. Accade anche che le cose prendano una piega differente, e magari la coppia si innamora. In questo caso la società non è più pronta ad accettare casi del genere, e l'homo rassegnatus si isola, fino a scomparire nel nulla.
L'Identità perduta:
La perdita di identità individuale, per esempio, è un male che non ha epoca. Ma le modalità con le quali la si perde sono cambiate nel tempo. Quando si è gente, invece che persona, quando si è un numero e non si esce mai sulla ruota di Bari, allora ci si dimentica della propria unicità nell'universo, e per sentirsi vivi ci si deve affiliare ad un gruppo, o identificare in una persona che è riuscita e quindi “appare”. Son sicuro che anche nel passato ci si dimenticava di essere se stessi, identificandosi con i propri idoli, fossero essi gli dei dell'olimpo, coraggiosi gladiatori od imperatori malvagi. Ed anche oggi, giovani e meno giovani hanno i loro idoli a cui si ispirano. Oh, la scelta oggi è molto più vasta di quella del passato, e purtroppo l'homo rassegnatus sa scegliere male! Non mancherebbero gli esempi buoni da seguire, ma per fortuna c'è il grande fratello, saranno famosi, e molte altre trasmissioni televisive culturali dalle quali si sceglie il proprio modello. Se lui ha successo allora faccio come lui. Madre Teresa era una sfigata, in fin dei conti, invece la zoccola che ha trombato in diretta nazionale e poi si è fatta fotografare nuda ha avuto successo, ed ha fatto parlare di se molto di più. Ecco, quello è il modello giusto che ogni ragazza deve seguire. “Giusto, giusto, vero, vero” fanno eco voci maschili nel frattempo...
La Droga come status-symbol:
Per evadere prima dalla realtà e poi anche dal carcere (nel caso lo abbiano beccato con la roba addosso), l'Homo Rassegnatus fa sovente uso di droghe. Ma lo fa più per immagine che per l'effetto della droga sul suo cervello (certo, deve averlo un cervello perché la droga gli faccia effetto)! Come in altri casi, non capendo nemmeno perché lo fa, L'homo rassegnatus tende ad imitare i suoi “idoli ideali”. C'è chi sceglie, per esempio, di ispirarsi (e qui comincio a stare antipatico ad un po' di gente) a Bob Marley, imitandolo solo nella cura dei capelli e nel rollaggio delle canne, riducendosi ad una specie di mocio vileda cittadino il cui scopo di vita è cercare di non far altro che trovare un modo per non fare niente, fumando dalla mattina alla sera e capendo di conseguenza molto poco delle ragioni e dei motivi per i quali il Bob che imitano ha vissuto QUELLO stile di vita facendo ben altro per la società. C'è anche chi, nel drogarsi, prende come esempio famosi produttori di vetture o famosi politici con la passione per i party privati, ma qui non mi è concesso di parlare di droghe pesanti... Fatto è che la droga è lo strumento essenziale per una vita sociale di successo. L'homo rassegnatus orripilantes può soddisfare ogni suo desiderio di appartenenza sociale (quindi soldi, fama, “amici”, donne, sesso...) in quanto non solo appartiene al club della droga, ma ne è attivo sostenitore. Come ci ha insegnato il buon vecchio Disney, la polvere magica trasforma la gente, fa fare i viaggi nel paese delle meraviglie, ma soprattutto tramuta le rane in principi agli occhi delle belle rincoglionite (addormentate non è più adeguato come termine).
I Valori (bollati):
Quindi, data la situazione in cui l'homo rassegnatus vive, i valori etici che regolano il suo vivere quotidiano sono al quanto sballati rispetto quelli che regolavano la vita sociale qualche decennio fa. Ma nessun problema: la sopravvivenza della specie è garantita, la convivenza tra homini rassegnati è buona. Sono in rischio di estinzione le vecchie specie, quelle che contano su valori diversi. Ma il tutto è mosso un fattore fisiologico: il fenomeno fa parte dell'evoluzione ed i cambiamenti devono essere considerati un progresso. Le vecchie specie sono destinate a scomparire, non riuscendo più ad incontrarsi perdute nelle interferenze e nella confusione generata dalla nuova onda di valori. I “vecchi” giovani non credono più a ciò che vedono o che sentono, e quindi non si ascoltano più l'un l'altro. Ecco qui, per esempio, un ennesimo grido nel vuoto, che sentirà come risposta soltanto la sua stessa eco...
“IO CREDO ANCORA NEI VECCHI VALORI... HEY LI FUORI... COME ME NE E' RIMASTO QUALCUNO???”, ma la eco saggia mi dice: “UNO... UNO... UNO...”
Parlerei forse di avanzo di tecnologia abusata, se volessi essere obiettivo sul tema, ma la cosa mi coinvolge (dovevo rincoglionirmi anche io un po', no?) e quindi le mie osservazioni sono sicuramente di parte. Certo è che l'applicazione delle tecnologie nella vita quotidiana ci ha portato ad essere degli “Homini Viziatissimis”. L'uomo d'oggi vive coccolato nei comfort più assurdi, che qualche anno fa sembravano ridicoli. Se saliti in macchina la vettura vi augura un buon viaggio, vi avvisa che c'è poca benzina e vi dice dove andare per tornare a casa dall'ufficio, niente paura. Non avete rubato KITT, la spider nera di “Michael Knight”, ma siete entrati in una qualsiasi automobile prodotta ultimamente. Anni prima le tecnologie erano differenti, ma la storia era la stessa. Per la donna, ad esempio, lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere ed altre amenità della famiglia degli “elettroaddomesticati” hanno trasformato le vecchie affascinanti casalinghe in donne tuttofare: con il tempo recuperato grazie all'automazione dei lavori di casa, ci si sente in obbligo di chiedere di più a queste donzelle: che vadano a lavorare! Il pranzo, tra un surgelato ed un microonde non richiede più di 5 minuti, un figlio tra videogame e televisione non richiede più di nove mesi, l'amante lo si integra nella pausa caffè in ufficio – essendo un collega nel 95% dei casi – e se avanza tempo... si riesce anche a litigare un po' con il marito. Ma, grazie a Dio, il tempo non avanza mai!
La capacità di dividere il tempo in frazioni sempre più piccole, infatti, rende la vita più frenetica. Il manager d'oggi, ha appuntamenti da rispettare al millesimo di secondo. Ho visto fatture per interventi tecnici, calcolate non più in ore di lavoro, non solo in ore e minuti lavorati, bensì in ore, minuti e secondi lavorati. Ovviamente posso porgere lamentele adatte alla fattura che mi viene presentata: “Eh, qui ci allarghiamo... l'intervento tecnico ai nostri computer, ha sì richiesto 4 ore e 37 minuti, ma non potete fatturare anche i 23 secondi, in quanto ho contato ben 3 occasioni in cui il povero disgraziato che lavora per voi si è asciugato la fronte, impiegando nel gesto ben 8 secondi per volta”. L'azienda sgrida il tecnico che poi si porta a casa questa frenesia al millesimo di secondo. La moglie lo rimprovera di lavorare troppo e stare poco con i figli. Mica vero: “Ieri ho passato con loro 24 minuti e 14 secondi, prima di uscire”, si giustifica lui, e la moglie sopporta, in quanto a letto suo marito dura ben 18 secondi e 48 centesimi di più dei mariti delle sue amiche. Cosa non da poco.
Nel corso dell'evoluzione siamo passati dall'uso della clava, per conquistare una donna, all'uso dei fiori (purtroppo non da scagliare con vaso e terra nella nuca della malefica donzella). Oggi la conquista non esiste più. Bisogna contrattare, manco si trattasse della vendita di un immobile. Vero è che c'è qualcuna che dà l'utero in affitto (ed in molti casi non per nove mesi, ma solo per qualche minuto), ma nella normalità l'homo rassegnatus approccia la relazione con l'altro sesso in un modo fortemente contrario alla sua stessa natura. Il sempre più crescente egocentrismo e l'abitudine ad avere tutto, subito e servito su un piatto d'argento, ha portato i rapporti sociali su livelli ancora inesplorati. La donna cerca in un uomo un vantaggio immediato, e non a lungo termine, ed è pronta a scambiarlo con merce fresca, pronta subito. L'uomo millanta i vantaggi immediati e vuole verificare la qualità della merce, prima di scendere a compromessi. Soprattutto sapendo bene che l'unico suo scopo è l'assaggio e non l'acquisto. Perché sia per l'uno che per l'altro il vero orgasmo è l'apparire. Lei può alla meglio mostrare alle amiche il suo trofeo brillante attorno ad un dito, lui può far vedere agli amici che “popò di gnocca” c'è nella sua porche. Il fatto di finire a letto assieme, per lui vuol dire non mentire quando poi lo racconta agli amici, per lei è un modo di cercare invano una ragione che giustifichi l'anello del quale si vanta con le amiche. Accade anche che le cose prendano una piega differente, e magari la coppia si innamora. In questo caso la società non è più pronta ad accettare casi del genere, e l'homo rassegnatus si isola, fino a scomparire nel nulla.
La perdita di identità individuale, per esempio, è un male che non ha epoca. Ma le modalità con le quali la si perde sono cambiate nel tempo. Quando si è gente, invece che persona, quando si è un numero e non si esce mai sulla ruota di Bari, allora ci si dimentica della propria unicità nell'universo, e per sentirsi vivi ci si deve affiliare ad un gruppo, o identificare in una persona che è riuscita e quindi “appare”. Son sicuro che anche nel passato ci si dimenticava di essere se stessi, identificandosi con i propri idoli, fossero essi gli dei dell'olimpo, coraggiosi gladiatori od imperatori malvagi. Ed anche oggi, giovani e meno giovani hanno i loro idoli a cui si ispirano. Oh, la scelta oggi è molto più vasta di quella del passato, e purtroppo l'homo rassegnatus sa scegliere male! Non mancherebbero gli esempi buoni da seguire, ma per fortuna c'è il grande fratello, saranno famosi, e molte altre trasmissioni televisive culturali dalle quali si sceglie il proprio modello. Se lui ha successo allora faccio come lui. Madre Teresa era una sfigata, in fin dei conti, invece la zoccola che ha trombato in diretta nazionale e poi si è fatta fotografare nuda ha avuto successo, ed ha fatto parlare di se molto di più. Ecco, quello è il modello giusto che ogni ragazza deve seguire. “Giusto, giusto, vero, vero” fanno eco voci maschili nel frattempo...
Per evadere prima dalla realtà e poi anche dal carcere (nel caso lo abbiano beccato con la roba addosso), l'Homo Rassegnatus fa sovente uso di droghe. Ma lo fa più per immagine che per l'effetto della droga sul suo cervello (certo, deve averlo un cervello perché la droga gli faccia effetto)! Come in altri casi, non capendo nemmeno perché lo fa, L'homo rassegnatus tende ad imitare i suoi “idoli ideali”. C'è chi sceglie, per esempio, di ispirarsi (e qui comincio a stare antipatico ad un po' di gente) a Bob Marley, imitandolo solo nella cura dei capelli e nel rollaggio delle canne, riducendosi ad una specie di mocio vileda cittadino il cui scopo di vita è cercare di non far altro che trovare un modo per non fare niente, fumando dalla mattina alla sera e capendo di conseguenza molto poco delle ragioni e dei motivi per i quali il Bob che imitano ha vissuto QUELLO stile di vita facendo ben altro per la società. C'è anche chi, nel drogarsi, prende come esempio famosi produttori di vetture o famosi politici con la passione per i party privati, ma qui non mi è concesso di parlare di droghe pesanti... Fatto è che la droga è lo strumento essenziale per una vita sociale di successo. L'homo rassegnatus orripilantes può soddisfare ogni suo desiderio di appartenenza sociale (quindi soldi, fama, “amici”, donne, sesso...) in quanto non solo appartiene al club della droga, ma ne è attivo sostenitore. Come ci ha insegnato il buon vecchio Disney, la polvere magica trasforma la gente, fa fare i viaggi nel paese delle meraviglie, ma soprattutto tramuta le rane in principi agli occhi delle belle rincoglionite (addormentate non è più adeguato come termine).
Quindi, data la situazione in cui l'homo rassegnatus vive, i valori etici che regolano il suo vivere quotidiano sono al quanto sballati rispetto quelli che regolavano la vita sociale qualche decennio fa. Ma nessun problema: la sopravvivenza della specie è garantita, la convivenza tra homini rassegnati è buona. Sono in rischio di estinzione le vecchie specie, quelle che contano su valori diversi. Ma il tutto è mosso un fattore fisiologico: il fenomeno fa parte dell'evoluzione ed i cambiamenti devono essere considerati un progresso. Le vecchie specie sono destinate a scomparire, non riuscendo più ad incontrarsi perdute nelle interferenze e nella confusione generata dalla nuova onda di valori. I “vecchi” giovani non credono più a ciò che vedono o che sentono, e quindi non si ascoltano più l'un l'altro. Ecco qui, per esempio, un ennesimo grido nel vuoto, che sentirà come risposta soltanto la sua stessa eco...
“IO CREDO ANCORA NEI VECCHI VALORI... HEY LI FUORI... COME ME NE E' RIMASTO QUALCUNO???”, ma la eco saggia mi dice: “UNO... UNO... UNO...”
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page