Sono dieci anni che vivo a Venezia
P.S.
Semmai fregasse a qualcuno, dopo anni di assenza dalle piste oggi sono andato a sciare con il mio migliore amico. Qualche foto QUI
----- Original Message -----
Questo commento volevo lasciarlo sul sito, peccato non si possa.
Sono dieci anni che vivo a Venezia (e ancora i me dise teron...come diceva Marco Paolini) e continuo a comportarmi ( e vedo e conosco gente che continua a comportarsi) come se questa città, in quanto bella, in quanto "città più bella del mondo", a detta di alcuni, mi dovesse qualcosa, come se mi dovesse rendere quotidianamente grazie per questa grazia accordatale di essere ritenuta tanto incantevole, tanto unica e tanto magica. Quindi ogni rimprovero che sto per muoverti, l'ho già mosso a me stessa.
Tu scrivi con rabbia repressa che in questa "romantica" passeggiata per Venezia si è acuito il tuo dolore per essere solo, alla vigilia di S. Valentino. Che hai incontrato spazzatura e cacche di cane. Che era puzzolente e putrida e decadente.
Lo è. Venezia è tutto questo, Venezia è quello che sono gli uomini che la abitano, e soprattutto, Venezia non è una giostra nè una bomboniera, nè un museo, è una città, con gente che vive, consuma, piange, ama, litiga, è sola, è in compagnia, è tanto fortunata da avere cani e tanto maleducata da non raccoglierne gli escrementi. Come in ogni altra città del mondo. E' una città con degli spazzini che scioperano perchè pagati una miseria. E' un loro diritto, c'è scritto nella costituzione. Questo ha dei costi sociali e dei disagi, ma se siamo soci di una società, se loro stanno male anch'io sto male, è gioco forza, e non per questo son contenta di avere la fondamenta di casa piena di spazzatura.
E' una città, con un sindaco, una giunta inefficente, supermercati, bettole, negozi di chincaglierie, a volte è sporca e schifosa, a volte è struggente e malinconica, a volte di una bellezza folgorante e irresistibile. Doveva essere così, ad esempio, quando l'ho scelta per viverci, ammesso che si scelga dove vivere o non sia piuttosto un mix di caso e costrizione e destino. Tu chiami casa un posto lontano anni luce dalla tua cultura - dalla tua città natale, dalla tua città dell'adolescenza, degli amichetti e delle scuole medie, in cui abitano degli indigeni bistrattati e dei coloni rapaci dei quali non condividi la mentalità. Io chiamo casa Venezia quando sono in Sicilia, e la Sicilia quando sono a Venezia. Ho due case, sono fortunata. Sono splendide, per opera di Dio e dell'uomo, e sebbene viva a Venezia per scelta non ho scelto di abbandonare la Sicilia. Non l'ho mai scelto, deciso, seduta a tavolino. E' successo, puro caso, cose della vita.
Venezia non sta lì a fare divertire tutti quelli che arrivano per carpirle qualcosa - serenità, bellezza, profondità eccetera. Venezia non è una puttana, che metti i soldini sul cruscotto e ti soddisfa. Non lo è, e in questo non è diversa dalle altre città. Tu arrivi a Venezia, e non puoi "pretendere", puoi ammirare o ridere o piangere o parlare o tacere, ma non puoi venire qui ad essere salvato da te stesso. Non puoi, non ti salverà. O se lo farà sarà solo un caso. Sarà un misterioso irripetibile incontro fra ciò che venezia aveva da dire e ciò che tu volevi sentire ma sarà stato nè più nè meno che un caso. Quando succede, però, è più o meno come un orgasmo moltiplicato per quindici - e ancora non rende - una esplosione di pura incontenibile ingiustificata bellezza, se capisci cosa voglio dire. E gratis.
Poi.
Tu eri con me. Non eri da solo, non eri con la principessa, non eri in Florida, e non eri con le coppie felici o infelici che incontravamo. E se ti fossi lasciato andare alla sicurezza e alla complicità di questa compagnia, avresti osservato Venezia forse con occhi meno cinici. Non parlare delle donne che non riescono a lasciarsi andare agli appuntamenti se neanche tu sai farlo. La verità è che nessuno sa farlo. Abbiamo tutti sempre altri pensieri pressanti, paure incontenibili, desideri inconfessabili rivolti altrove. E' umano.
Sono umana io nel mio pessimo periodo di delusione e disillusione. Della spazzatura, io, e della sporcizia e dell'incuria non mi sono neanche accorta, non mi ha ferita. E sai perchè? perchè anch'io mi sento così, trascurata, devastata e abusata. Domenica io e venezia ci siamo incontrate. Gran pacche sulle spalle. Ma io non soffro per amore, soffro per disamore. Forse se soffrissi per amore mi sarei sentita come te. Invece c'ero io, Venezia, il sole, che crudelmente ma giustamente illuminava la sua spazzatura. E c'eri tu, un buon alibi per sfuggire da me stessa, un appiglio, una via di fuga.
Naturalmente, scusaci se non siamo state all'altezza, io e la mia città.
Dovresti esserci in certe mattine d'oro e colori....
Mi dispiace.
a.
Venezia è un imbroglio
ti riempie la testa soltanto di fatalità
del resto del mondo non sai più una sega
venezia è la gente che se ne frega...
(e ti consiglio di cercare il testo di questa canzone - Venezia di Francesco Guccini - e leggerlo tutto).
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