lunedì, gennaio 19, 2004

Un tranquillo week-end di PAURA


(eccomi appena tornato da un'altra giornata agli universal - foto su www.rcx.it/ioa )


SALVE!!!
Quello trascorso è stato uno dei tranquilli week-end di paura che non dimenticherò facilmente. Lo ho raccontato tutto ad una (ormai) cara amica in una lunga email. Poi, visto che l'email era divertente la ho inoltrata ad un altro amico, e visto che è piaciuta... la offro anche a tutti voi! Ovviamente la ho tagliuzzata, censurata ed editata... non vorrei mai che qualcuno dirattamente interessato ai fatti qui narrati potesse risentirsene. Una precisazione sui personaggi:
IO sono io, poco da dire al riguardo. La PRINCIPESSA è una dolce e bella donzella per cui mi sono preso una piccola cotticiella e la CESSA è una donzella che si è presa una cotticiella per me. L'intreccio sembra essere questo: La cessa mi vuole, ma io non la voglio in quanto desidero la principessa la quale invece di me sembra non volerne sapere (almeno come io vorrei). Se è tutto chiaro non mi resta che augurarvi... una buona lettura! (N.B. La parte divertente comincia con "La tragica e vomitevole serata a Ybor City con la cessa")



"LA LUCE"
Ho visto la luce (e poi la bolletta). Sono stato illuminato e poi castigato. Insomma... non so perche', ma mi sono proprio fracassato i coglioni (e scusate per il fracassato) di 'ste donne che non son degne di essere al mio cospetto!


"Il mio cordiale inchino alla Principessa"

Delizioso sabato mattina allo zoo (fosse stato quello di Berlino forse era meglio). La mia cara PRINCIPESSA era tesa come una corda di violino (infatti avevo pensato di tirare fuori l'archetto e suonarla per bene...) Povera ragazza, tensione a fior di pelle, che a fatica cercava di reprimere. Ed io che mi interrogavo sulle cause che la rendessero cosi' tesa. La ho anche abbracciata un paio di volte, le ho dato un bacino sulla guancia... volevo tranquillizzarla. Fossi stato una fatina le avrei spaccato la bacchetta magica in testa. Comunque, nonostante il mio assillo, e' stata capace di godersi la mattinata, ridendo, sorridendo e intrattenendosi in interessanti conversazioni. Abbiamo camminato per lo zoo tutta la mattina. L'unica sosta fatta da seduti e' stata quella per il pranzo in un fast-food. E lì e' scattata la scintilla d'amore:

           

Per la dolcezza che trasmettevano i suoi occhioni quando mi guardava (non me li scodero' mai), per la dolcezza del suo debole abbraccio e per il modo tenerissimo in cui ha appoggiato la sua testa nella mia spalla. E' stato amore a prima vista: e' stata una delle cose piu' belle che mi sono capitate negli ultimi anni. Le due SPETTACOLARI bimbe, di cui la PRINCIPESSA e' la fortunata mamma, sono state la mia porzione d'amore della giornata. Sono le piu' dolci, educate, intelligenti, sveglie e vispe bimbe che abbia avuto la fortuna di incontrare.

Quindi, dopo il pranzo ed una breve nuova visita allo zoo, la principessa e le due belle (ed ormai addormentate) principessine se ne sono tornate a casa. Io ho preso la mia motoscoreggetta e mi sono diretto a casa mia. E ricevo un messaggio dalla cessa che mi chiede che intenzioni ho per la sera/notte/giorno seguente. E io temporeggio (bevendo spuma) - una serata a ballare non mi spiace passarla, una giornata agli Universal Studios nemmeno, tutto a spese di una donna poi rende la cosa piu' divertente ancora... quindi perche' no? Ma la Principessa mi aveva lasciato con una incognita sulla serata. Sembrava ci fosse la possibilita' di vederci, e non me la sarei lasciata sfuggire!!! Allora mi siedo, comincio a scaricare le foto dalla macchina fotografica al computer e le metto online, poi mi metto a scrivere una email smielosamente vomitosa per la principessa. Vi risparmio tutta la mail, ma ero arrivato a scrivere cose tipo:

"Se ti chiedi il perche' io sia cosi' con te, quello che posso dirti e' semplicemente che mi  piaci. Ai miei occhi tu sei meglio di Cindy Crawford (o come cavolo si scrive), e quale sia  la ragione per cui io provo questo non lo so, e non mi interessa nemmeno saperlo. So che il sentimento c'e' e voglio viverlo... mi sembra naturale, no?"

al che Dio dall'alto ha fatto si che l'uomo della mia vita, il mio migliore amico, si collegasse in Internet, apparisse online sul messenger e mi chiedesse "Che fai?" e dopo avergli inoltrato per revisione la mail, mi ha praticamente vietato di mandare una porcheria simile alla Principessa, suggerendo un qualcosa di meno smieloso. Ho colto al volo il suggerimento ed ho sostituito la mail con qualcosa tipo "Hey, le foto dello zoo sono qui..." e basta. Mentre faccio queste operazioni epistolari con consulenze online di "Berto l'esperto", squilla il mio telefonino e indovinate chi e'? E' lei, La Principessa! Nel frattempo arriva la cessa. A piedi nudi come al solito (che schifo). Entra, si siede sul divano mentre io continuo a lavorare al PC. Comincio a dirle che ho visto Cindy (chiamo cosi' la principessa con la Cessa, perche' non voglio che sappia il suo nome) e che devo sentirla piu' tardi, che e' stata una bellissima giornata... etc etc. La cessa da' i primi segni di nervosismo. Mi chiede che voglio fare per la serata. Le dico che se vuole fare la notte a ballare ed il giorno dopo ad Orlando riservi l'hotel (se vuole anche stessa stanza, ma letti separati), le dico che si prepari cosicche' piu' tardi possiamo partire: come programmato la sera a ballare ed il giorno dopo agli universal studios. Al che lei cazzeggia con un libricino di coupons per trovare un albergo ed io mi metto al telefono con la Principessa. Una piccola annotazione: con la Principessa parlo in Italiano, lingua che la Cessa non capisce, in quanto a stento parla Inglese. Dopo mezzora che sono al telefono con la Principessa, la cessa mi scrive un biglietto e se ne va a casa a prendersi i bagagli per il viaggio. Io resto al tel con la principessa per un'ora e venti, durante le quali lei ha tirato fuori un enorme, gigantesco, pesantissimo... due di picche. Almeno questo è quanto, oltre alle altre cose che mi ha detto, io ho percepito. Al che comincio agitatamente a gesticolare mentre parlo con lei al telefono, e peggio di un avvocato nella sua arringa finale di un processo di mani pulite espongo alla giuria la mia tesi per cui e' una cagata dire "stiamo assieme, non stiamo assieme", cosa che si fa alle medie, ma secondo la quale se due stanno bene in compagnia vedranno poi loro come vanno le cose. Insomma, ho cercato di riparare al due di picche con un carico di... banalita', le quali a volte servono, e poi e' tutta roba a cui io credo. Morale, prima di salutarci (e nel frattempo la cessa era tornata a casa mia pronta per partire) io metto ben in chiaro che capisco il suo punto di vista, ma lei a me piace, desidero essere qualcosa di diverso di un amico e che lei ne sia ben cosciente se decide di uscire con me. Poi le dico sta frase veramente da manuale delle giovani ricotte:

"Nel mio cuore c'e' una fiamma che brucia, un fuoco che rappresenta quello che io provo per te. Se lo lasci stare prima o poi si spegne. Se lo alimenti resta acceso e puo' anche diventare un grande fuoco. Io la affido a te, sta a te decidere cosa farne."

Onestamente quando la ho detta e' venuta molto meglio, ora non sono ispirato e non ricordo le parole che ho usato al tel con lei. Detto questo ci si saluta, ed io (con quello schifo della cessa) parto per:

"La tragica e vomitevole serata a Ybor City con la cessa"

Il viaggio verso Ybor (quaranta minuti) inizia stranamente. La cessa estrae il cellulare e chiama la mamma: "Si, sono arrivata sana e salva". Che cazzo dici? le chiedo, e lei mi spiega che ha bevuto "qualche" birra e voleva rassicurare la mamma di essere arrivata viva a casa mia. E vabbe'.

Io non sopporto la gente ubriaca (sopratutto se io sono sobrio), e la cessa lo sa. Per ora ha la parlantina, nulla di grave. E' piu' cretina del solito (incredibile ma puo' anche peggiorare), ma non e' "ubriaca". Arriviamo ad Ybor e ci fiondiamo (sua richiesta) al Coyote Ugly. Lei li' si spara i primi due Long Island Ice Tea. Che non so che cazzo siano, ma so che sono alcolici. E non poco. Ma cazzi suoi, comunque, ognuno e' libero di fare quello che vuole, se conosce i suoi limiti... Vabbe'... Il coyote ugly era noioso, non cerano le bariste scatenate e matte, solo due cretine che volevano far vedere tette e culo, e onestamente non ho ancora 'sti desideri da sessantenne bavoso, quindi ci siamo eclissati e ributtati in strada. Camminiamo e la cessa ha una camminata che avrei dovuto filmare. Giuro, io stavo a debita distanza, che le persone non associassero la cessa a me, e ridevo da solo nel guardarla (cosi' la figura del cretino la ho fatta anche io - probabilmente la cessa mi camminava lontano e pensava: "meglio che la gente non associ il matto che ride da solo con me"). Comunque non cerco nemmeno di descrivere la camminata da ubriaca della cessa perche' non ho il dono di una buona capacita' descrittiva, ma sembrava un balletto accompagnato da espressioni facciali che andavano dal serio (quando faceva una sosta) al sorridente quando (faceva le corsette di 3 metri con saltino finale).

Passiamo davanti ad un locale R&B all'aperto. Clientela bianca: 4 - ma non 4%, proprio 4 persone. La cessa ci si fionda dentro. Io penso "ma allora e' vero quello che dicono sui pippi dei neri...". Entro nel locale e comincio ad osservare come e' la situazione e come ballano 'sti personaggi mentre la cessa si fionda a prendersi da bere. La musica comincia a prendermi bene, 'sti neri che ballano con il cuore, e sono li' per ballare e non per fare uno show di tette e culi o per rimorchiare la piu' ubriaca, il modo con cui ballano che e' piu' erotico di un film di tinto brass (mai visto uno, ma e' l'unico nome che so) e c'e' un'armonia nell'aria che e' magica. Insomma neanche me ne rendo conto e sono coinvolto nell'atmosfera del posto. La cessa e' poco dietro di me, ed e' al suo quinto Long Island Ice Tea, mi accorgo che qualcosa non va quando vedo che tutti guardano in una direzione, e c'e' la cessa che piu' che ballare ripeteva un movimento ondulatorio del culone, per cui testa e piedi immobili il culo disegnava una "o" nell'aria. la "O" con le virgolette incluse. La gente aveva formato cerchio intorno a lei e tutti ridevano e la indicavano, e lei non si era nemmeno accorta di nulla. Non so se io provavo pena, vergogna, disgusto, divertimento... Dopo un po' la cessa se ne e' accorta (dopo un 5 minuti buoni) in quanto uno le si e' avvicinato e ha provato a cominciare a ballare con lei (uno con un cuore piu' d'oro di me) lei si e' girata, ha tirato un pugno in pancia al malcapitato, e con i coglioni girati e' venuta da me, e mi ha chiesto di andare via. Io mi sono guardato intorno con una faccia di quello che dice "Ma chi e' questa? chi la conosce? e' per caso con qualcuno di voi?" e poi la ho seguita fuori (latrimenti sarei rimasto lì a piedi). La cessa comincia a dare il peggio di se: la camminata era diventata degna dello sketch delle camminate strane dei Monty Python (http://guardian.curtin.edu.au/cga/art/tv.html) e da brava americana si toglie quella specie di ciabatte che indossava e comincia a camminare a piedi nudi. (ATTENZIONE, LA PARTE CHE SEGUE E' DISGUSTOSA - non leggere se sei debole di stomaco!) A piedi scalzi, ad orario di chiusura dei locali, camminiamo verso la macchina che era parcheggiata ad un chilometro di distanza dal locale dove eravamo. La strada, come ogni sabato sera, era piena di cio' che resta dopo una grande festa: rifiuti, cibo e bibite e vetri rotti, ma soprattutto vomitate. In un posto (una strada lunga 3 km) dove ogni sabato sera arrivano in decine di migliaia per fare festa, dove ci sono qualche centinaio di locali... vi lascio pensare qual'e' lo stato in cui rimane la strada quando tutti ormai sono andati a casa. La cessa ha camminato a piedi nudi sopra a tutto. Rifiuti e vomitate. Come quelle su http://www.ratemyvomit.com Io pregavo perche' non scivolasse su una vomitata e ci finisse con la faccia dentro, perche' la avrei lasciata li. Io mi tenevo ad una decina di metri di distanza, lei parlava da sola a voce alta riguardo al tipo che ha provato a ballare con lei e riguardo un amico del suo ex marito. Prima di raggiungere la macchina parcheggiata (io nel frattempo avevo recuperato le chiavi) passiamo davanti ad un sexy shop. La cessa, piedi coperti di vomitate altrui, ci si fionda dentro. Io trovo una panchina li' vicino e mi siedo ad aspettare o che esca o che la caccino fuori. Essere completamente sobrio in queste situazioni fa vedere le cose in un modo cinicamente bastardo. Ma ero disgustato al pensiero di guidare la macchina con una seduta vicino a me con i piedi imbottiti di vomito. Che schifo. Semplicemente non sapevo ancora che mi aspettava! La cessa esce dal sexy shop con un vibratore in mano. Per un istante nella mia testa sono passate le immagini di ogni film dell'orrore e mi sono visto legato al letto e seviziato dalla cessa che con piedi coperti di vomito e sorriso sadico impugnava il vibratore... Mi alzo in piedi e proseguo verso la macchina. Non sapevo se piangere o ridere. Saliamo in macchina ed io apro tettuccio, finestrini, e metto la musica alta. Non volevo sentire cosa avesse da dirmi e non volevo sentire la sua puzza. Mi metto in autostrada fino a quando, in un tratto con dei lavori in corso (corsia di emergenza inaccessibile), lei mi chiede di accostare in quanto si sente male. Mi giro e vedo che tiene una mano a cucciaio davanti alla bocca. Le dico di resistere che per fermarmi devo aspettare la prima uscita. Lei apre la bocca per parlare, ma quello che le esce e' una spruzzata di vomito degna dell'idrante di Grisu'. La mano a cucchiaio davanti alla bocca fa da scudo e le fa finire tutta la gettata in faccia. Si gira e mi guarda. Avessi avuto la macchina fotografica in mano le avrei fatto una foto e me la vendevo per un film orror. Aveva pezzettoni di non so che avesse mangiato che le colavano per le guance, tutta la faccia coperta di vomito che pian piano finiva nei sedili. E' che correvo a quasi 170 Km orari, altrimenti mi sarei buttato fuori dal finestrino. La ho fatta immediatamente girare verso il suo finestrino, non avrei mai potuto rischiare che una sua gettata mi arrivasse addosso. Poteva essere corrosiva alla Aliens! Infatti un'altra gettata arriva. La fa stando seduta norlmalmente, cioe' senza sporgersi fuori dal suo finestrino. Il getto e' stato potente a sufficienza per finire in parte fuori dalla macchina (come si può vedere nella foto e' riuscita a pitturare tutta la fiancata dal lato passeggero), ma quando il getto ha perso potenza, il vento dei miei 170 all'ora ha fatto finire il resto della vomitata nei sedili dietro e nel lunotto posteriore. Finalmente raggiungo l'uscita e ci fermiamo. Esco che per poco non vomito anche io, che schifo. Lei finisce di gettare, si pulisce la faccia con il suo vestito e mi dice che sta bene e ripartiamo. Appena rientrati in autostrada ricomincia a vomitare. A quel punto ho pensato che non sarebbe cambiato molto... che si vomitasse pure addosso, tanto peggio di cosi'... Arriviamo in zona Orlando facendo a battaglia (io aprivo tettuccio e finestrini per fare uscire la puzza e far girare l'aria, e lei chiudeva tutto e accendeva il riscaldamento a manetta. Pazza. Siamo in florida madonna rigettata! Lei aveva nome e indicazioni per raggiungere 'sto cazzo di hotel, erano quasi le 5 di mattina e storta com'era non e' riuscita a trovare nella sua borsa, tra documenti e pezzettoni di cibo vomitato il foglietto dove si era appuntata quale cazzo era 'sto hotel. Dopo varie peripezie sono riuscito lo stesso a trovare il posto. Parcheggio la macchina e lascio i finestrini aperti, per evitare che l'odore impregnasse tutto. Entriamo nella stanza, io mi stendo nel mio letto e la cessa si toglie i vestiti vomitati (non so se era meglio se se li tenesse) e si mette una camicia da notte di seta. Non si va a lavare, nemmeno si avvicina al bagno. Dico, almeno i piedi... bleah!!! Mi giro dall'altro lato finche' lei sta camminando nel suo letto (anche nel cuscino) e lascia delle impronte nere... non voglio nemmeno immaginarmi come dormira' su quel letto, quando sento qualcosa muoversi sul mio di letto. Mi giro e c'era la cessa che con passo felpato mi si stava avvicinando... Di istinto ho tirato fuori un piede da sotto le lenzuola e le ho dato una spinta appoggiando il mio piede sulla sua pancia (zona pulita da vomito perche' si era cambiata) e la ho fatta finire sul suo letto. Mi sono alzato e le ho gridato "non ci provare, che schifo!!" Mi aspettavo che tirasse fuori il suo nuovo giocattolo acquistato al sexy shop, ma grazie a Dio lo aveva dimenticato in macchina. Lei ha continuato a parlare da sola, io NON ho dormito, ed ho tenuto sempre un occhio aperto per vegliare su di me... Verso le 9 di mattina la sveglio, spero che il buon senso le suggerisca di lavarsi, ma nulla. Apro la porta e fuori sta piovendo che Dio la mandava... Oddio i finestrini aperti!!! Vabbe', meglio l'acqua che la puzza di vomito! Lei raccoglie i suoi stracci, andiamo alla macchina (ora che piove, ho pensato, almeno i piedi se li lava... ma no! si e' messa le scarpe sui piedi sporchi), apro il bagagliaio e noto che il vomito era arrivato fino li' dentro passando per il lunotto posteriore il quale di trasparente non aveva piu' nulla. La cessa butta in bagagliaio le sue cose, apre la porta del passeggero, abbassa il sedile e guarda dietro la tapezzeria coperta di vomito. Prende un giubbotto in pile nuovo, lo appallottola e con un movimento circolare in senso antiprario "spalma" il vomito su tutti gli interni, credendo forse di pulire. Cosi' facendo ha rotto quella plastichina che si forma sul vomito lasciato li' e non vi dico che odore che si e' alzato in macchina. Le faccio i miei complimeti per la mossa intelligente (per aver smerdato un giubbotto nuovo - aveva ancora l'etichetta su e per l'odore). Saliamo in macchina, nuova battaglia finestrini/riscaldamento ed arriviamo agli universal studios.

"Ma che mistero sara' mai il mio giramento di palle?"

Arrivati al City Walk ho fatto colazione (cosa facesse la cessa, a questo punto, poco mi importava) comincio a camminare per i fatti miei. Vado per negozi, guardo scaffali, entro nel parco, vado in un paio di attrazioni. La cessa praticamente mi segue a fila indiana come un cane. Cominciano a girarmi i coglioni sempre di piu'. Comincio a girare intorno alle colonne, giusto per farla sentire una ebete che mi segue. Alla quinta colonna capisce che la sto prendendo per il culo e sta ad una rispettabile distanza. Dopo un po' di ore e qualche giorstra, non avendo dormito e nonstante l'energy drink che mi sono scolato, mi viene un crollo di stanchezza e mi fiondo all' Hard Rock Cafe' per un caffe', appunto. Mi dicono che l'hard rock cafe' e' un ristorante e non si beve "solo" caffe'. Io propongo al manager che faccia cambiare nome al posto, e che se lo chiamano cafe' devono, per forza di cose, lasciarmi entrare e servirmi del caffe' senza che io debba mangiare. La cessa interviene, dice che lei vuole pranzare, e cosi' ci fanno sedere. Penso che mi girassero talmente le palle che devo aver fatto segatura della panca dove ero seduto! Al tavolo io comincio a scrivere su un blocchetto notes che mi porto dietro letterine per la principessa (letterine che non le daro' mai) e la cessa comincia a chiedermi che cosa ho e chiede perche' non parlo. Cosa ho? ma sei proprio celebrolesa! Le rispondo che sono "abbastanza nervoso". Mi chiede perche', e le consiglio di rifletterci, che potrebbe arrivarci da sola... "sei triste perche' con Cindy (la principessa ndr) non e' andata come volevi?" "No" "Hai qualche problema a lavoro" "No" "Hai litigato con Oscar (un mio amico qui in Florida ndr)" "No, senti lascia perdere, se non ci arrivi da sola non fare ad indovinello" "Ma dimmi cosa hai, e poi perche' te la prendi con me... che centro io?" "ecco, lascia perdere perche' sei proprio sulla strada sbagliata, ti scrivero' una email per spiegartelo"... al che e' rimasta zitta per un po. Se non fosse illegale le avrei sparato, per il bene collettivo. Piu' tardi saliamo in macchina per tornare nella città dove viviamo. Lei dopo un po' dice "sono 5 mesi che ti conosco e non ti ho mai visto cosi' serio". Al che io ho fatto l'americano, ipocritamente politically correct: "Guarda, io non giudico le scelte degli altri, ognuno e' libero di fare quello che vuole, ma devo rispettare le mie scelte, ed io scelgo di non stare in compagnia di persone che fanno le scelte che fai tu". Il resto del viaggio e' stato tipo "perche'? "fa te" "tu pensi che io sia alcolizzata" "ma nemmeno per sogno" "se voglio posso stare senza bere" "tutto quello che dici potra' essere usato contro di te in Internet..." ecc, ecc

"Due ore e venti al tel con la principessa"

Usciti dall'autostrada, prima di arrivare a casa mia, suona il mio cellulare. E' la Principessa, che esordisce con un "ma dove sei finito?" Ma che cazzo... cioe' cocca: mi tiri i due di picche, dici che non e' il momento, che non mi vuoi, eccetera... Ti spiego chiaramente che io invece "vorrei"... poi mi sono preso una cotta per le bimbe, tu prima mi tieni sul vago e missa' che ci rivedremo si e no il prossimo fine settimana (e "forse" anche) e poi mi chiami il giorno dopo e mi chiedi dove sono finito? "ma sai, passavo da certe parti... e gia' che c'ero me ne sono andato affanculo... Perche' non... [CENSURINA]" Anzi, avrei dovuto dire cosi', ma quello che e' uscito dalla mia bocca e' stato un "Ciaaaaooo, che piacere che mi fa sentirti..., come? mi avevi cercato e non ho risposto? [>>-merda-<<] quando? oggi verso ora di pranzo? Mi dispiaaaace! non ho visto! Oh, che peccato, mi spiace verament..." Dio e' nuovamente intervenuto ed ha fatto finire la batteria del mio cellulare. Caduta la linea. La cessa mi guarda e chiede "Era Cindy?" Certo che era la mia principessa, schifoso essere vomitante, menomale che nemmeno sai il suo nome, che detto da quello schifo di bocca, bleah!. Ma sono troppo educato: "si era Cindy. Devo correre a casa che ho il telefono scarico..." e giunto a casa rimetto in carica il cell e chiamo. Segreteria telefonica. La principessa non risponde. Vabbe', lascio un messaggio, ma lei non richiama... Due ore dopo, quando ho quasi completato il cappio per appendermi (la canna del gas non la ho... ho i fornelli elettrici), squilla il cellulare. E' lei, la Principessa. E qui comincia la maratona di due eore e venti, in cui il mio telefonino ha raggiunto temperature pari ai 300 gradi, il mio cervello si e' cotto alle microonde - e lei deve averlo percepito - e la mia infatuazione, la mia fiammella d'amore per lei e' stata presa a secchiate d'acqua. [E qui grande CENSURA sui contenuti originali dell'email alla mia amica... eh, un po' di privacy, perbacco!!!]

Rob
www.capodieci.com
roberto (at) capodieci.com
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Venissi fulminato se anche una cosa di questo racconto
me la sono inventata... L'unica cosa e' che per ragioni di
spazio ho omesso alcuni ulteriori eventi assurdi del week
end, ma tutto quanto qui raccontato e' quanto mi e'
successo tra il 17 ed il 18 gennaio 2004, in Florida, USA
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1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Grazie per questo splendido racconto tragicomico :)

4:44 PM  

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