mercoledì, giugno 30, 1999

Appunti di viaggio

1.

Un piccolo paese di montagna. Non saprei di quale nazione, ma non ha importanza. Una festa, attesa tutto l’anno, è ormai imminente. Si prolungherà per qualche giorno, in ogni modo meno dei preparativi. Ognuno mette del suo e, come in una gran famiglia, si conoscono tutti. L’ultimo censimento ne aveva contati 560 e nonostante due vecchie signore avevano abbandonato il buon mondo, due nuovi pargoletti avevano ravvivato il paese.

L’estate è al termine, fa ancora caldo e le giornate si protraggono fino a tardi. La piccola strada che attraversa e divide in due il paese sta per essere asfaltata. Sembra che qualcuno si è ricordato di loro. Pochi, durante un viaggio, avevano fatto sosta in questo posto, considerato tra l’altro che non c’è né un ristorante, né un albergo e pochi abitanti del piccolo villaggio si erano allontanati oltre i confini del bosco territoriale, da dove raccoglievano selvaggina ed erbe curative.

Vicino a quella che è la farmacia si distingue anche una sala di ritrovo con una vecchia televisione rotta ed un telefono che, in quanto non si è mai sentito squillare, né alcuno ha mai avuto l’esigenza di usarlo, si sa se funziona.

Sui gradini di una vecchia abitazione un ragazzo suona uno strano strumento a corda, chiaramente di produzione artigianale, e due ragazze cantano una canzone le cui parole sembrano non aver senso. Alcuni bambini giocano sulla strada e gli adulti stanno ormai terminando gli ultimi allestimenti per la festa.



2.

Il motore della moto è il suo compagno di viaggio. Sembra parlare con tutti quegli scoppiettii e scandisce il ritmo di una canzone che continua a suonargli nella testa. Chissà dove la ha sentita, o chissà se è tutta frutto della sua fantasia. Ha abbandonato l’uso di cartine geografiche già da qualche giorno, deciso a seguire solo la direzione del sole. Ovest. Verso il tramonto. Legando questo anche al significato del suo cammino. Dopo ormai quasi quattro mesi ha finito i soldi, e pensa sia il caso di fermarsi un po’ in qualche posto.

Una invitante stradina sulla destra, dopo parecchi chilometri senza aver visto anima viva, conduce forse in qualche piccolo paesino. Uno di quei solitari paesini di montagna.

La stradina non è nemmeno asfaltata, ma la moto non sembra preoccuparsene eccessivamente. Le forcelle vibrano un poco, le molle sotto la sella sono al lavoro, il sacco a pelo legato sotto al fanale traballa e le borse appese ai fianchi rimbalzano sul telaio.

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